VISITA AL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA DI AMANTEA

Ieri visita al centro di prima #accoglienza di Amantea. 200 immigrati arrivati dalla metà di luglio, molti ancora in arrivo, tra cui #donne e #minori non accompagnati. La vita nel centro è scandita dal ritmo dei pasti (#inadeguati, a loro dire, #quantitativamente e #qualitativamente), le possibilità di comunicare con i propri familiari rimasti nel Paese d’origine sono nulle così come non c’è modo di acquistare alcunché: la distribuzione dei #pocketmoney e delle schede telefoniche è subordinata all’avvenuta #identificazione degli immigrati, che nella migliore delle ipotesi avviene trascorsi 2/3 mesi. Nell’attesa di ricevere un’identità, gli immigrati sono costretti ad elemosinare #vestiti#cibo,#telefonate, e quant’altro di cui si ritrovino ad avere bisogno. La tutela della#salute è assicurata dalla presenza, 4 giorni su 7, di medici di guardia inviati dall’ASP di Cosenza presso il centro di accoglienza, sono state effettuate analisi al momento dello sbarco e dell’arrivo nella struttura ma l’attesa dell’identificazione ritarda anche la possibilità di ottenere i risultati degli accertamenti cui gli immigrati si sono sottoposti.
La situazione è #drammatica, non è più credibile parlare di #emergenzaconsiderato che è una situazione che si procrastina da molti anni ed alla quale non si è ancora trovata soluzione. Garantire la #sopravvivenza non basta: in un’unione di Paesi che mira alla tutela dei #DirittiFondamentali, la#DignitàUmana deve essere garantita unitamente ai #DirittiUmani ed alle#LibertàCivili. E noi ci #batteremo per questo nei prossimi 5 anni nel Parlamento Europeo.10629791_782867931758869_7388869378507834612_n

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