Negli ultimi giorni, cavalcando l’onda emotiva delle giustissime preoccupazioni di cittadini e imprese legate al caro bolletta, molti commentatori ed esponenti politici soprattutto di destra hanno erroneamente proposto di rallentare, se non bloccare, le politiche di transizione previste dal Green Deal europeo.
Questo sarebbe un suicidio politico e un regalo agli stessi russi. Come ha giustamente rilevato l’economista Jeremy Rifkin la guerra in Ucraina e la dipendenza dal gas e il petrolio russo obbligano invece l’Europa ad accelerare sulla transizione energetica e sostenibile. Non esistono altre vie d’uscita a questa crisi: gli investimenti massicci necessari per costruire impianti eolici e solari, centrali di biometano e per l’idrogeno verde verrebbero compensati dagli enormi risparmi generati dai mancati acquisti di gas e petrolio russo nei prossimi anni. Se avessimo pianificato con lungimiranza la transizione dieci anni oggi le nostre imprese e famiglie sarebbero di gran lunga meno colpite dal caro energia.
Per questa ragione il Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte, ha proposto la creazione di un ‘Energy Recovery Fund’, uno strumento che attraverso una emissione di debito comune finanzi gli investimenti nelle energie rinnovabili. Questa è l’unica cosa da fare, le altre sono invece ricette del passato che renderebbero l’Europa ancora più debole, inquinata e dipendente dall’estero