COMMISSIONE LIBE
L’attività prevalente è stata rappresentata da dibattiti, scambi di opinioni, votazioni su progetti di relazione e audizioni. Sono continuati i lavori sul rapporto, approvato in questo mese, riguardante il regolamento sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca. Tale proposta fa parte di del pacchetto di tre proposte legislative (le altre due sono il regolamento sul controllo sui trasferimenti di denaro, la direttiva antiriciclaggio), presentato dalla Commissione nel dicembre del 2016 per consolidare la capacità dell’UE di contrastare il finanziamento della criminalità organizzata e del terrorismo. Abbiamo sostenuto questo regolamento in quanto riteniamo che la confisca e il congelamento dei beni proventi delle attività criminali sia una delle armi più efficaci per contrastare il crimine organizzato e privarlo dei mezzi per poter finanziare le proprie attività illecite. Le attività delle organizzazioni criminali coinvolgono sempre di più diversi Stati membri. Attraverso questo regolamento si migliorerà la rapidità e l’efficacia delle procedure di riconoscimento dei provvedimenti di congelamento e confisca dei beni e dei proventi di reato. In particolare si è lavorato affinchè si ottenessero procedure semplificate di trasmissione delle decisioni, il potenziamento del ruolo delle autorità nazionali centrali, e termini più brevi perché le autorità comunichino tra loro, decidano di eseguire o meno i provvedimenti trasmessi dagli Stati di emissione e informino tempestivamente circa le loro decisioni e l’esecuzione delle stesse.
Approvata anche la relazione di Ignazio Corrao che riguarda la direttiva sulla lotta al riciclaggio di denaro mediante il diritto penale. Questa direttiva stabilisce norme minime comuni a tutti gli Stati Membri e relative alla definizione dei reati e delle sanzioni inerenti al riciclaggio di denaro. Chi ricicla denaro proveniente da attività illecite, infatti, sfrutta i “buchi” che si vengono a creare a causa di legislazioni nazionali non coordinate tra di loro. Similmente, il testo si propone di eliminare gli ostacoli alla cooperazione giudiziaria e di polizia a livello transfrontaliero, introducendo anche in questo settore disposizioni comuni al fine di migliorare l’indagine sui reati connessi al riciclaggio di denaro. Riteniamo questo testo un successo per il Movimento 5 Stelle, che ha fatto della legalità una delle sue ragion d’essere e un importante passo avanti verso la lotta alla criminalità in generale ed a tutte le mafie. Abbiamo cercato di seguire gli insegnamenti di Giovanni Falcone che diceva: segui i soldi e troverai la criminalità organizzata. Per tale ragione è estremamente importante avere un testo legislativo efficace, chiaro e completo, che chiuda e lacune normative utilizzate dai criminali per sfuggire alla giustizia. Il riciclaggio di denaro è, infatti, un crimine particolarmente pericoloso, in quanto consente ai criminali di beneficiare dei proventi delle loro attività illecite, reintroducendoli nell’economia legale. Per tale ragione, è particolarmente importante avere una legislazione comune che privi le organizzazioni criminali della loro fonte di finanziamento che è la risorsa più preziosa per alimentare le loro attività criminali.
E’ stato trattato il parere sull’istituzione dell’Autorità europea del lavoro. Si ritiene che la mobilità dei lavoratori nell’UE costituisce un beneficio per gli individui, per le parti sociali, per le economie e per le società nel loro complesso. La libera circolazione dei lavoratori e la libera prestazione di servizi all’interno dell’Unione dipendono da regole chiare ed eque in tema di mobilità transfrontaliera dei lavoratori e dalla loro effettiva applicazione anche per quanto riguarda i cittadini di paesi terzi. Sono state espresse preoccupazioni in relazione alla vulnerabilità dei lavoratori mobili, che sono esposti ad abusi o alla negazione dei loro diritti, e alla difficoltà per le imprese di operare in un contesto imprenditoriale incerto o poco chiaro e non equo. In tal senso, all’Autorità sarà assegnata una serie di compiti operativi consistenti in: fornitura di servizi e informazioni pertinenti agli individui, alle parti sociali e ai datori di lavoro, sostegno alla cooperazione fra Stati membri, scambio di informazioni ed effettuazione di ispezioni concertate e congiunte (tema che il relatore giudica di particolare importanza), nonché segnalazione alle autorità competenti in caso di violazione dei diritti fondamentali e di tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento del lavoro.
Sul fronte immigrazione ed asilo, essendo tematiche di competenza della Libe, è stata presentata l’ultima relazione sull’attuazione dell’agenda europea sulla migrazione. L’UE cerca di spingere l’Italia a creare hot-spot in Calabria e Sicilia, nel tentativo di creare un sistema che blocchi gli arrivi nei paesi di primo ingresso ed eviti movimenti secondari nel resto d’Europa. Abbiamo sempre condannato la logica di bloccare in Italia migranti senza che gli altri paesi si impegnino nel condividere responsabilità attraverso una ripartizione automatica ed obbligatoria. Per quanto riguarda il sostegno europeo, al 30 aprile l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo aveva dispiegato 38 esperti nazionali in Italia, coadiuvati da 54 operatori interinali e da 98 mediatori culturali. 428 esperti della guardia di frontiera e costiera europea forniscono sostegno alle attività mirate ai migranti appena arrivati. Al 7 maggio 2018 erano dispiegati in totale 15 agenti distaccati di Europol e tre membri del personale di Europol in cinque località dell’Italia per svolgere controlli di sicurezza secondari. E’ stata inoltre aumentata la capacità del centro di trattenimento di Potenza (96 posti). Anche se vi sono fondi europei vi è da sottolineare che la spesa maggiore per la gestione del fenomeno migratorio dei fondi europei avviene con risorse nazionali. È stata portata avanti l’operazione congiunta Themis, volta a sostenere l’Italia nella lotta all’immigrazione irregolare nel Mediterraneo centrale, nel salvataggio di vite umane in mare e nella prevenzione e rilevamento della criminalità transfrontaliera. La zona operativa di Themis comprende ora il Mar Adriatico, ed è stata rafforzata la componente dell’operazione riguardante le attività di contrasto, in particolare la lotta contro il terrorismo e i combattenti stranieri. Ad oggi, con i contributi di 27 Stati membri, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera sostiene l’Italia tramite 428 guardie di frontiera e membri di equipaggi, due aeromobili, un elicottero, un pattugliatore d’altura, sette pattugliatori costieri, quattro motovedette costiere e 14 uffici mobili.
Le statistiche sui rimpatri nel 2017 indicano che, rispetto al 2016 (493 785 decisioni di rimpatrio), il numero di decisioni di rimpatrio emesse nell’UE nel 2017 è aumentato del 4% (516 115 decisioni nel 2017). Tale aumento è in gran parte attribuito al fatto che un numero elevato di procedure di asilo stanno volgendo al termine, concludendosi in molti casi con una decisione negativa. Aumenta costantemente il numero di decisioni di rimpatrio emesse dagli Stati membri che sono stati più colpiti da tale afflusso, in particolare la Germania e la Grecia e Italia.
Tuttavia, l’aumento del numero di tali decisioni non corrisponde a un aumento equivalente del numero di rimpatri effettivamente attuati. Al contrario, le informazioni fornite dagli Stati membri a EUROSTAT indicano chiaramente che il numero di rimpatri effettuati nel 2017 è diminuito di quasi il 20%, passando da 226 150 nel 2016 a 188 920 nel 2017, con la conseguente notevole diminuzione del tasso dei rimpatri in tutta l’UE: dal 45,8% del 2016 a soltanto il 36,6% nel 2017.
Al 7 maggio 2018 erano state ricollocate dall’Italia 12 691 (su oltre 120.000 ricollocazioni previste da Italia e Grecia) persone (tra cui 256 minori non accompagnati) e 31 richiedenti (di cui 26 minori non accompagnati) accettati per la ricollocazione erano in attesa di trasferimento.
Nel diritto dell’Unione non esiste alcuna disposizione sulle modalità effettive di arrivo dei rifugiati, il che fa sì che quasi tutti gli arrivi siano irregolari. Questa situazione ha gravi conseguenze per le persone bisognose di protezione internazionale e per gli Stati membri. Le persone in fuga devono intraprendere viaggi in cui rischiano la vita con l’aiuto di trafficanti a cui devono versare cifre esorbitanti e durante i quali sono vittime di sfruttamento, maltrattamenti e abusi. Un aspetto negativo per gli Stati membri sono gli effetti degli arrivi incontrollati (con numeri indefiniti e nessuna informazione su chi arriva) e gli sforzi necessari maggiori per gestire tali arrivi in termini di rafforzamento dei controlli e della sorveglianza alle frontiere, di attività di ricerca e salvataggio, di cooperazione con i paesi terzi, ecc. Si è discusso pertanto sui visti umanitari, la cui domanda dovrebbe essere valutata prima facie per stabilire se i richiedenti sono realmente esposti a un rischio di persecuzione o di danno grave. Dovrebbero avere validità territoriale limitata per consentire ai titolari di raggiungere il territorio in cui presentare domanda di protezione internazionale. Lo Stato membro che rilascia il visto diventerebbe, quindi, responsabile delle procedure di asilo. Un’ audizione ha riguardato la “criminalizzazione dell’assistenza umanitaria”, ovvero l’ adozione di sanzioni adeguate per le persone che facilitano l’ingresso irregolare di cittadini di paesi terzi da cui sarebbero esenti le forme di assistenza umanitaria la cui nozione andrebbe specificata meglio con delle linee guida.
TERRITORIO
Denso di attività ed appuntamenti è stato anche il mese di luglio.
Svariati sono stati gli appuntamenti con i cittadini e gli attivisti che ci hanno sottoposto le loro istanze ed i problemi del territorio.
Mi sono recata a Cirò Marina per parlare di pesca e della problematiche degli operatori del settore. Nello specifico, poi, ci siamo soffermati sulla problematica della mancata erogazione delle royalties Eni a favore dei pescatori crotonesi. Una problematica grave su cui abbiamo da poco inoltrato una specifica interrogazione alla Commissione Europea.
Successivamente, siamo stati a Praia a Mare dove abbiamo trattato il difficile problema delle plastiche in mare:a fine maggio di quest’anno la Commissione europea ha proposto nuove norme di portata unionale per i 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati che, insieme, rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa.
Tanti spunti e tante istanze sono nate dall’interessante dibattito svoltosi al termine della manifestazione.
A fine mese siamo poi andati a Gioiosa Ionica dove, insieme ad attivisti, portavoce ed esperti, abbiamo approfondito il tema della tutela dei diritti del lavoratore, partendo da quanto previsto dalla normativa europea fino ad arrivare alle normative nazionali e regionali
Infine, costante è l’impegno a dare informazione ai cittadini sui fondi europei diretti ed indiretti: diverse sono le richieste evase quotidianamente dal nostro sportello informativo Punto Europa sito in Cosenza.
Continuate a contattarmi per le vostre segnalazioni e per essere sempre aggiornati sulle nostre attività.
Un abbraccio,
Laura