Lotta alla Criminalità Organizzata ed alla Corruzione in Europa

“Con il Movimento 5 Stelle si cambia. Questa Europa aveva la grave colpa di aver relegato la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, anche di stampo mafioso, a confini strettamente nazionali. La mancanza di consapevolezza della portata transnazionale di questo fenomeno aveva così garantito gioco facile alla mafia e più in generale alle organizzazioni criminali che, avvalendosi anche della corruzione, avevano individuato nuovi business infiltrandosi nella gestione dei centri di accoglienza dei migranti, accaparrandosi gare d’appalto finanziate con fondi europei, investendo nelle principali piazze finanziarie, beneficiando così della mancanza di riconoscimento della pericolosità del fenomeno associazionistico in alcuni Stati membri.

Il Movimento 5 Stelle ha individuato interventi normativi a livello europeo al fine di arrestare la diffusione delle organizzazioni criminali nel continente, combattere i reati più comunemente commessi dalle mafie ed impedire le infiltrazioni delle associazioni a delinquere nell’economia legale.

Durante la scorsa legislatura è stata aperta la strada, che oggi stiamo portando a termine, non solo per introdurre una nozione comune di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, ma soprattutto per adottare una strategia condivisa ed efficace di contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione ed al riciclaggio. L’auspicio è quello che anche le altre Istituzioni europee comprendano pienamente la reale pericolosità di tali fenomeni, ormai transnazionali, che non intaccano solamente l’economia legale ma anche la convivenza civile su cui si fonda l’Unione europea.

Nel rapporto del Movimento 5 Stelle – approvato dal Parlamento europeo – abbiamo chiesto alla Commissione europea questi sei fondamentali punti:

1) l’introduzione di una definizione comune europea di reato di criminalità organizzata e la previsione di un reato analogo all’associazione a delinquere di stampo mafioso.

2) l’estensione dell’ambito di operatività della confisca e impegno per un uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

3) il rafforzamento della lotta alle ecomafie e ai reati «emergenti», quali il traffico illecito di rifiuti, il traffico illecito di opere d’arte e di specie protette.

4) la maggiore tutela giuridica per il “whistleblowing” (il fenomeno che riguarda chi segnala o denuncia casi di corruzione o abusi nei luoghi di lavoro), i testimoni ed i collaboratori di giustizia.

5) il daspo per i condannati: chi ha subito una sentenza definitiva per reati associativi non può lavorare con la pubblica amministrazione né può essere eletto nelle istituzioni.

6) la richiesta di pene più severe per i manager e le banche coinvolte nel riciclaggio di denaro”.

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