Il Bluff dei Partiti

“Se M5S non vota Dl aiuti la strada è segnata, si va a votare”

Matteo Salvini, 13.07.2022

“Non si può governare con i 5S per la loro inaffidabilità, pronti al voto” Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (ancora) 17.07.2022

“Se il Governo cade si va al voto”, Enrico Letta 13.07.2022

“Inizia il Papeete di Conte” Rosato, 13.07.2022

Fino a 5 giorni fa i leader dei partiti di maggioranza, così come lo stesso Mario Draghi, davano per certo un ritorno alle urne senza il voto al DL Aiuti del Movimento 5 stelle.

Poi, di fronte al mancato sostegno del m5s al decreto legge, i leader di tutti i partiti politici hanno cominciato a chiedere di verificare la maggioranza.

Tradotto: la minaccia del voto era un bluff per cercare di costringerci a votare il Dl aiuti. Un bluff che non ha funzionato con il M5S, perché per noi vengono prima gli interessi dei cittadini e non le poltrone.

Ora i Partiti prendono tempo per capire cosa fare portando avanti la narrativa del m5s irresponsabile, inaffidabile e anche longa manus russa, grazie al prezioso ausilio della stampa che da giovedì scorso continua a seguire ogni singola riunione interna riportando con dovizia di particolari anche magliette indossate dai partecipanti, postazioni di collegamento via zoom, chi è in “mute” e chi ha il video chiuso, lasciando intendere ai lettori che il destino del Governo sia appeso alla decisione del m5s.

I numeri c’erano e ci sono. Ripetiamolo. Così come c’erano quando Italia Viva non votò la Cartabia in Senato e la Lega non votò per il decreto Green pass. Nessuno allora chiese una verifica della maggioranza.

Ora siamo noi a smarcarci da un provvedimento che vede decisioni distanti dai nostri principi e da ciò che serve realmente al Paese. Lo avevamo detto e ridetto a più riprese, ma Draghi ha inteso comunque mettere la fiducia sul decreto, aggiungendo pure che senza il m5s “per lui” non ci sarebbe stata più la maggioranza di governo.

Una strategia, dunque, piuttosto semplice e chiara: mortificare il M5S, qualsiasi cosa avesse fatto.

Facendogli votare per termovalorizzatore e drastica revisione del meccanismo del reddito di cittadinanza, o in alternativa tacciandolo di irresponsabilità.

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