La proposta di legge sull’autonomia differenziata del ministro Roberto Calderoli contribuisce ad aumentare il divario fra Nord e Sud Italia considerato il fatto che questa pdl si basa sul criterio della spesa storica.
Ciò vuol dire che in Calabria continueremo ad avere ospedali fatiscenti, acquedotti colabrodo, trasporti obsoleti e inefficienti, scuole sovraffollate sprovviste di mense e di qualsiasi altro servizio che nelle scuole del nord già oggi costituisce la normalità.
Alla Lega, così come a tutto il centrodestra – in particolare ai suoi rappresentanti che governano i territori del Sud – andrebbe ricordato che la coesione territoriale è principio cardine delle politiche europee. Anche e soprattutto per questo gran parte delle risorse del Next Generation Eu e dei fondi europei in generale sono destinati a colmare il divario fra regioni meno sviluppate e più sviluppate. In Italia la maggioranza vorrebbe invertire la marcia, continuare a far crescere le regioni settentrionali già avvantaggiate dalla posizione geografica e relegare ai margini quelle del Sud.
Se si vuole perseguire la strada dell’autonomia si faccia con buon senso, senza minare l’unità nazionale creando un’Italia di serie A e una di serie B. Bisogna definire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Consapevoli che non si parte tutti dalle stesse condizioni (socio-sanitarie, economiche e infrastrutturali), bisogna appianare le disuguaglianze ancora molto marcate e che penalizzano l’intero Paese. Non esistono italiani del nord e del sud, siamo un unico popolo e la politica deve ragionare in termini di solidarietà e uguaglianza e non portare avanti riforme divisive e penalizzanti.