L’ultima indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia fotografa ancora una volta un Paese a due velocità, profondamente spaccato. Sul podio solo province del centro-nord mentre quelle del Mezzogiorno si piazzano in basso alla classifica. Ultima, per il secondo anno consecutivo è Crotone.
La mia regione registra secondo questa classifica diversi record negativi. Il miglior risultato si registra alla voce “Truffe e frodi informatiche”, misurato per numero di denunce ogni 100mila abitanti. Cosenza si piazza al sesto posto in Italia.
La Calabria in graduatoria non brilla nemmeno per l’indicatore “Qualità della vita dei bambini” i cui parametri sono asili nido, aree giochi, pediatri, studenti per classe e scuole accessibili o con giardini e palestre. Le differenze con le regioni del nord sono accentuate sia sul fronte generazionale così come con il nuovo indice, introdotto quest’anno, della parità di genere.
Esiste uno strumento per colmare tali storiche differenze, che incidono profondamente sullo sviluppo dei nostri territori e sullo spopolamento delle Regioni che arrancano: il Pnrr. Le risorse dedicate all’azzeramento del divario sono tantissime e questo obiettivo deve essere perseguito a testa bassa senza disperdere fondi e tempo prezioso. L’Italia è una e il Sud deve e può essere il motore della ripresa.