Quando si avvicina il momento delle elezioni in Calabria si assiste al solito becero spettacolo in cui da una parte ci sono gli amministratori uscenti, i quali si preoccupano solo di assicurarsi consensi attraverso prebende elettorali, balletti delle nomine e delle assunzioni. Dall’altra gli schieramenti avversari impegnati per lo più al riempimento delle caselle strategiche nelle liste e non ad offrire un’alternativa valida e credibile.Questa tornata elettorale non si differenzia dalle scorse. Anzi. La cattiva gestione del centrodestra poteva assicurare praterie di elettori agli avversari, quindi un’auspicabile grande coalizione fra centrosinistra e movimenti civici che intercettassero voti liberi dai soliti apparati e voglia di cambiamento.Il contraltare a quello che poteva essere è ciò che è. Il teatrino a cui si sta assistendo in queste settimane in Calabria è deprimente.
Nello stesso partito ci si lanciano coltelli, ognuno viaggia a ruota libera per accaparrarsi 15 minuti di notorietà, si accusano i propri alleati di “rubare” i candidati. Uno spettacolo indecente da fermare subito.La Calabria merita una rinascita, ai calabresi bisogna proporsi con senso di responsabilità illustrando quali risposte si vogliono offrire al territorio per la ripartenza. Una ripartenza non solo rispetto allo stop forzato dovuto all’emergenza sanitaria. La Calabria è ferma da anni. Fondi sottratti da scelte politiche nazionali antistoriche, risorse comunitarie sperperate in progetti mai realmente portati a termine dalle amministrazioni regionali che si sono succedute.Questo è quello che abbiamo di fronte e da qui bisogna partire per costruire.
Bisogna mettere da parte le strategie, i personalismi, le sterili prese di posizione. Non c’è più tempo per tutto questo, adesso bisogna convergere in una grande coalizione che abbia come obiettivo comune il bene della Calabria, il futuro dei calabresi. Si siedano attorno ad un tavolo donne e uomini e si lavori sui temi, sulle reali esigenze di questo territorio, su proposte all’altezza delle sfide che la prossima classe dirigente si troverà ad affrontare. La storia recente di questa regione ci parla di amministratori regionali “distratti”, incapaci di spendere e programmare attraverso i finanziamenti europei. Nei mesi a venire saranno tantissime le risorse che giungeranno anche e non solo dal Next Generation Eu. L’invito che sento di rivolgere è quello dell’unione.
Lo rivolgo in primis alla mia forza politica e poi a tutti i partiti, movimenti, comitati e liberi cittadini che si ispirano a valori progressisti, ambientalisti, europeisti, di equità sociale, di riscatto dalle mafie e dalla mala gestio della Cosa Pubblica.Confrontarsi, dialogare ma trovare poi la sintesi. Chiedo un atto di maturità a tutti coloro abbiano a cuore le sorti della mia, della nostra terra, affinché si arrivi ad offrire ai calabresi la possibilità di essere amministrati da donne e uomini finalmente all’altezza del ruolo che ricoprono. Si arrivi, quindi, alla designazione di un candidato Presidente che sia espressione di impegno civico, trasparenza, correttezza e che sappia tradurre le idee programmatiche in fatti concreti.Ripartiamo da qui, uniamoci e liberiamo la nostra terra.