IL CRITERIO DEL PAESE DI PRIMO INGRESSO VA ELIMINATO

La posizione rigida di Francia e Germania sul tema dei migranti è controproducente al raggiungimento di un accordo europeo sulla riforma del sistema di asilo e accoglienza. Da oltre cinque anni assistiamo agli stessi tentativi dei Paesi del Nord Europa di porre freni, ai veti dei Paesi dell’est e alla solitudine dei Paesi frontalieri come l’Italia.

Per il Movimento 5 Stelle c’è una linea rossa: il criterio del Paese di primo ingresso non può penalizzare i Paesi di sbarco, che secondo il Patto per la migrazione e l’asilo presentato dalla Commissione, vedrebbero attribuirsi gli ulteriori oneri di procedere a screening di sicurezza, trattenimenti, verifiche sulla fondatezza della domanda e eventuali procedure di rimpatrio.Già in passato avevamo denunciato la finta solidarietà di determinati Paesi che in teoria si dicevano disposti ad accogliere i richiedenti asilo, ma in concreto pretendevano una selezione degli stessi a carico dei Paesi frontalieri, rifiutando un ricollocamento automatico.

E questo è quanto trovavamo già nella riforma del regolamento di Dublino approvata dal Parlamento europeo nel 2017: il Movimento 5 Stelle era stata l’unica forza politica a denunciare i filtri introdotti e ad opporsi, mentre in Italia le altre forze politiche acclamavano la riforma votata dal Parlamento europeo come una rivoluzione copernicana.Non era così e adesso è chiaro a tutte le forze politiche. Il nostro auspicio è che non vengano ripetuti gli errori del passato. Solo con un meccanismo di ricollocazione automatico e obbligatorio dei richiedenti asilo si può garantire una equa distribuzione delle responsabilità tra gli Stati membri e si può porre un freno ai movimenti secondari. Tutto il resto non risponde al principio di solidarietà europea presente nei Trattati.

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