COMMISSIONE LIBE
E’ stata trattata la questione dei sistemi d’informazione per le frontiere e la sicurezza. I sistemi di informazione esistenti nell’UE per la gestione delle frontiere e la sicurezza interna hanno ognuno obiettivi, finalità, basi giuridiche distinte. I tre principali sistemi di informazione centralizzati sviluppati dall’UE sono: il sistema di informazione Schengen (SIS) con un ampio spettro di segnalazioni relative a persone e oggetti; il sistema di informazione visti (VIS) contenente i dati sui visti per soggiorni di breve durata; il sistema EURODAC per i dati relativi alle impronte digitali di richiedenti asilo e cittadini di paesi terzi che hanno attraversato le frontiere esterne in maniera irregolare. Questi tre sistemi sono complementari e, ad eccezione del SIS, riguardano essenzialmente i cittadini di paesi terzi. Essi aiutano anche le autorità nazionali nella lotta contro la criminalità e il terrorismo. L’UE ha anche sviluppato strumenti decentrati per lo scambio di informazioni concepiti espressamente a fini di contrasto, indagini penali e cooperazione giudiziaria, ed in particolare: il quadro di Prüm per lo scambio di DNA, impronte digitali e dati di immatricolazione dei veicoli; il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS) per lo scambio delle informazioni dei casellari giudiziali nazionali. L’Europol agevola invece lo scambio di informazioni tra le autorità di polizia nazionali. Il sistema di informazione Europol (SIE) è una banca dati centralizzata in cui gli Stati membri possono archiviare e ricercare i dati relativi a reati gravi e terrorismo. Il sistema attraverso cui avviene lo scambio di informazioni protetto è il SIENA. Un altro sistema di trattamento di dati personali sarà messa a punto negli Stati membri per i codici di prenotazione (PNR). I dati PNR contengono le informazioni fornite dai passeggeri al momento della prenotazione e del check-in. In tema di PNR è stato firmato l’accordo tra il Canada e l’Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record – PNR). L’orientamento è migliorare sia le banche dati sia la loro interoperabilità, cioè la capacità dei sistemi di informazione di scambiare dati e di consentire la condivisione delle informazioni. In discussione vi è anche il rapporto riguardante l’Agenzia eu-LISA che è attualmente responsabile della gestione del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II), del sistema d’informazione visti (VIS) e dell’Eurodac. Una proposta che arriva dalla Commissione prende in considerazione la possibilità di affidare ad eu-LISA lo sviluppo e la gestione operativa di altri sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia se così previsto dai pertinenti strumenti legislativi.
Si sono svolti alcuni incontri preparatori per la costituzione del gruppo di controllo parlamentare congiunto sulle attività di Europol, l’ Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata, il terrorismo e altre forme gravi di criminalità che interessano gli Stati membri. Come componente della LIBE sono stata designata a far parte del gruppo di controllo. Il regolamento “Europol” prevede infatti che il Parlamento europeo effettui, in associazione con i parlamenti nazionali, il controllo delle attività di Europol e che, insieme, costituiscano un gruppo specializzato di controllo parlamentare congiunto istituito dai parlamenti nazionali e dalla Commissione Libe. Tale gruppo è incaricato del monitoraggio politico delle attività dell’Agenzia, anche per quanto riguarda l’impatto di tali attività sui diritti e sulle libertà fondamentali delle persone fisiche.
Con un rapporto di iniziativa sulla cittadinanza dell’Unione 2017, si sono avanzate una serie di proposte e raccomandazioni per rafforzare i diritti dei cittadini europei diretti a garantire maggiore sicurezza e protezione della propria libertà attraverso una migliore applicazione degli strumenti giuridici dell’UE esistenti in tale ambito e uno scambio di informazioni più efficiente tra Stati membri e con le agenzie dell’Unione. In modo particolare si chiede di rafforzare programmi specifici mirati ai “terroristi interni”, programmi di deradicalizzazione e per assicurare maggiori diritti alle vittime di criminalità e terrorismo.
E’ stato licenziato un parere sul rapporto che nel merito è di competenza della Juri e che riguarda le misure legittime per proteggere gli informatori che agiscono nell’interesse pubblico, quando divulgano informazioni riservate di imprese e organismi pubblici (whistleblowers). Gli informatori svolgono un ruolo cruciale nella lotta contro la corruzione e altri reati gravi e la loro protezione non dovrebbe essere limitata ai soli casi in cui sono rivelate informazioni riservate, ma dovrebbe applicarsi a tutti i casi di divulgazione di condotta scorretta, irregolarità o di coinvolgimento in attività illecite. Inoltre occorre delinea un quadro giuridico che preveda degli strumenti uniformi per evitare le ritorsioni nei confronti degli informatori nella loro vita personale e professionale, e per l’avvio di procedimenti giudiziari civili e penali nei loro confronti .
E’ stata trattata la relazione di iniziativa sull’antiziganismo, considerato come una specifica forma di razzismo che si esprime, tra l’altro, attraverso la violenza, l’incitamento all’odio, lo sfruttamento, la stigmatizzazione e una generalizzata discriminazione. Viene evidenziato che i rom sono continuamente citati come persone vulnerabili, ma il fatto che vengano privati dei loro diritti umani e che venga negata loro la parità di trattamento e accesso suggerisce che sono proprio le strutture istituite e mantenute da chi è al potere a essere maggiormente responsabili della loro vulnerabilità.
Si è tenuta l’audizione “Valutazione delle politiche in materia di droga e stato della legislazione UE” per uno scambio di opinioni sul nuovo piano d’azione dell’UE in materia di lotta contro la droga 2017-2020, approvato dal Consiglio il 20 giugno 2017, che si basa sul precedente piano il quale viene aggiornato. Sono state aggiunte azioni specifiche volte ad affrontare priorità emergenti cui non era stata accordata un’importanza sufficiente in passato. Tra queste figurano un maggiore accento sulle nuove sostanze psicoattive e la rapida adozione e attuazione del pacchetto legislativo inteso a migliorare la risposta dell’UE alla sempre più rapida diffusione delle nuove sostanze psicoattive.
Tra i punti all’ordine del giorno è stato trattato anche un parere che riguarda un rapporto di competenza nel merito della commissione per il commercio internazionale e che riguarda la strategia per il commercio digitale. In particolare viene posto l’accento sulla protezione dei dati personali che nell’era digitale deve essere accompagnata da misure volte ad agevolare il commercio internazionale, considerando che la protezione dei dati è un diritto fondamentale e che la presenza di norme rigorose nel settore contribuisce a consolidare la fiducia nell’economia digitale.
E’ stato votato in libe il rapporto sull’ istituzione della Procura europea (EPPO) che comporterà una modifica sostanziale quanto alle modalità della tutela degli interessi finanziari dell’Unione. Il Parlamento europeo con 3 relazioni intermedie adottate negli anni passati aveva espresso preoccupazioni per quanto riguarda le competenze dell’EPPO, la direttiva relativa alla protezione degli interessi finanziari dell’Unione e le frodi in materia di IVA, la struttura, le indagini, i diritti processuali, il controllo giurisdizionale e le relazioni con gli altri organismi pertinenti dell’UE. L’ EPPO Sarà guidata da un procuratore capo europeo, e ogni Stato membro partecipante sarà rappresentato da un procuratore. In base al regolamento, le indagini saranno condotte dai procuratori europei delegati (EDP) situati nei singoli Stati membri. Il numero dei procuratori europei delegati per Stato membro sarà deciso a livello nazionale, ma ogni Stato membro dovrebbe averne almeno uno. I procuratori delegati faranno integralmente parte dell’EPPO, ma continueranno anche a esercitare le proprie funzioni di procuratori nazionali. Quando agiscono per conto dell’EPPO saranno completamente indipendenti dalle procure nazionali. Non tutti gli Stati membri dell’Unione partecipano all’istituzione della Procura europea (venti Stati membri hanno concordato una strategia generale che comprende, in particolare, i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione e, più specificamente, i casi gravi di frode in materia di IVA). La Procura, come sottolineato nella Risoluzione del Parlamento europeo sulla lotta contro la corruzione, di cui sono stata relatrice, dovrà essere efficiente e indipendente dai governi nazionali e dalle istituzioni dell’UE, ma soprattutto al riparo da influenze e pressioni politiche in modo da svolgere imparzialmente ed efficacemente le sue funzioni di contrasto ai crimini transfrontaliero indicati nella direttiva PIF la quale costituisce la base giuridica dell’EPPO.
COMMISSIONE JURI
La riunione del 7 settembre si è aperta con l’esame, in camera di consiglio, di alcune questioni in materia di immunità parlamentare, tra cui il caso della deputata portoghese Ana Gomes, querelata per diffamazione, da alcuni armatori del suo Paese che, secondo quanto dichiarato alla stampa dalla deputata, sarebbero coinvolti in un caso di corruzione. L’esame della questione sulla revoca dell’immunità, dopo la sua presentazione, è stato rinviato ad una prossima riunione della Commissione nella quale verrà sentita l’on. Gomes, per conoscere la sua versione dei fatti. Subito dopo sono stati adottati dei progetti di parere, indirizzati alle rispettive commissioni competenti per il merito, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta al riciclaggio di denaro mediante il diritto penale e sulla proposta di direttiva del Consiglio relativa a una base imponibile comune per l’imposta sulle società.
Dopo i voti sono stati esaminati gli emendamenti al progetto di relazione sulla proposta di regolamento recante norme relative all’esercizio del diritto d’autore e dei diritti connessi applicabili a talune trasmissioni online degli organismi di diffusione radiotelevisiva e ritrasmissioni di programmi televisivi e radiofonici. Si tratta di un dossier di grande importanza che ha lo scopo di regolamentare la trasmissione su internet di programmi televisivi e radiofonici al fine di superare le invisibili barriere tra stati membri dell’unione che causano il c.d. geoblocking. In pratica si vuole consentire agli utenti che acquistano legittimamente un servizio radiotelevisivo online (es. Netflix) in uno stato membro di poterne usufruire alle stesse condizioni (per es. nella stessa lingua), a determinate condizioni, anche quando si recano in altri stati membri.
Si è discusso anche degli emendamenti al progetto di parere, destinato alla commissione LIBE, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al rispetto della vita privata e alla tutela dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche e che abroga la direttiva 2002/58/CE (regolamento sulla vita privata e le comunicazioni elettroniche).
Poi sono stati esaminati gli emendamenti al progetto di relazione dell’on. Roziére sulle misure legittime per proteggere gli informatori che agiscono nell’interesse pubblico, quando divulgano informazioni riservate di imprese e organismi pubblici, ovvero il dossier whistleblowers, di cui abbiamo già parlato altre volte nei precedenti report. Anche io, insieme al collega Fabio Massimo Castaldo, ho presentato degli emendamenti volti ad ampliare la portata e l’effettività della auspicata tutela degli informatori.
Infine vi è stato l’esame degli emendamenti al progetto di parere destinato alla commissione LIBE sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), che seguo in maniera più approfondita come membro titolare della commissione LIBE.