COMMISSIONE LIBE
Anche in questo mese sono stati diversi i temi affrontati durante i lavori della LIBE. Dale comunicazioni illustrate in Libe in merito alla gestione dei flussi migratori è emerso che negli ultimi mesi si è osservata una diminuzione del numero di attraversamenti di migranti irregolari lungo la rotta del Mediterraneo centrale, ma crescono gli abusi e il sovraffollamento dei luoghi di detenzione dei migranti in Libia. L’Onu dopo aver raccolto testimonianze di pestaggi, torture e violenze sessuali ha definite “disumana” la collaborazione tra Unione europea e la Libia nella gestione dei flussi migratori dall’Africa.
Sono continuati i lavori sulla proposta di regolamento che istituisce l’“Eurodac” per il confronto delle impronte digitali, il cui obiettivo principale è sempre stato quello di contribuire all’attuazione del regolamento di Dublino. La banca dati Eurodac ha la funzione di verificare se è stata presentata domanda di asilo in più di uno Stato membro dell’UE e la sua riforma va nella direzione di contribuire alla lotta contro la migrazione irregolare monitorando in modo migliore i movimenti secondari dei migranti irregolari all’interno dell’UE e semplificando l’individuazione dei cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolar, di quelli che sono entrati nell’Unione europea in maniera irregolare, nonché il rilascio di nuovi documenti a tali individui, nel pieno rispetto degli obblighi vigenti in materia di protezione dei dati e dei diritti fondamentali degli interessati.
E’ continuato l’iter riguardante la proposta di regolamento recante norme sull’attribuzione a cittadini di paesi terzi o apolidi della qualifica di beneficiario di protezione internazionale. Il regolamento, una volta approvato, sostituirà la direttiva “qualifiche” che stabilisce i criteri che devono soddisfare i richiedenti per avere diritto all’asilo e alla protezione sussidiaria, e i diritti delle persone che beneficiano di tali status.
E’ stata trattata la proposta di direttiva sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente specializzati, meglio conosciuta come direttiva sulla Carta blu, la quale regola le condizioni di ammissione e di mobilità all’interno dell’Unione dei lavoratori altamente specializzati che non hanno cittadinanza di uno degli stati membri.
E’ stato licenziato il pacchetto di proposte che riguardano l’uso del sistema d’informazione Schengen per la gestione delle frontiere, per la cooperazione e di polizia e la cooperazione giudiziaria in materia penale e per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi in soggiorno irregolare. Per quest’ultimo aspetto, si intende istituire per la prima volta a livello di Unione un sistema per lo scambio di informazioni tra gli Stati membri sulle decisioni di rimpatrio e consentirà quindi di verificare se i cittadini di paesi terzi sottoposti a tali decisioni hanno lasciato il territorio degli Stati membri e di attuare in tutta l’Unione le decisioni di rimpatrio.
E’ stata trattata la proposta di direttiva che stabilisce una serie di misure volte a contrastare più efficacemente il finanziamento del terrorismo e ad assicurare una maggiore trasparenza delle operazioni finanziarie e delle società nell’ambito del quadro giuridico preventivo in vigore nell’Unione, vale a dire la direttiva (UE) 2015/849 (la “quarta direttiva antiriciclaggio”). Di conseguenza saranno apportate modifiche anche alle pertinenti norme di diritto societario di cui alla direttiva 2009/101/CE.
Proposta di regolamento relativo ai controlli sul denaro contante in entrata o in uscita dall’Unione diretto a rafforzare i controlli sulle persone che entrano o escono dall’UE con in possesso contanti o preziosi per un importo pari o superiore a 10 000 EUR o che inviano tale importo come pacco postale o merce. Esse consentiranno inoltre alle autorità di intervenire in caso di importi inferiori rispetto alla soglia di 10 000 EUR per cui è prevista la dichiarazione doganale, qualora vi siano sospetti di attività criminale, nonché di migliorare lo scambio di informazioni fra autorità e Stati membri. In particolare, la proposta estende la definizione di “denaro contante” all’oro e ad altri beni preziosi nonché alle carte di pagamento prepagate non collegate a conti finanziari
Sono stati dibattuti inoltre i temi legati alla sicurezza ed al terrorismo. Nella relazione sulla cittadinanza dell’Unione 2017, tra le priorità dirette a rafforzare i diritti dei cittadini europei, emergono temi legati alla prevenzione della deradicalizzazione e ai diritti riguardanti le vittime della criminalità e del terrorismo.
E’ stata discussa la proposta di regolamento che istituisce un sistema centralizzato per individuare gli Stati membri in possesso di informazioni sulle condanne pronunciate a carico di cittadini di paesi terzi e apolidi (TCN) e integrare e sostenere il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (sistema ECRIS-TCN). Il sistema ECRIS-TCN consente a un’autorità competente di stabilire soltanto dove siano conservate le informazioni sui precedenti penali e non quali siano tali informazioni. Al fine di ottenere i dettagli sull’effettiva condanna penale, l’autorità competente deve comunque utilizzare il tradizionale sistema ECRIS per inoltrare richiesta allo Stato membro competente.
Un’altra proposta di regolamento trattata è diretta ad istituire un sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS). L’ETIAS sarà un sistema automatizzato che raccoglierà informazioni sui viaggiatori prima dell’inizio del viaggio. Sarà introdotta un’autorizzazione ai viaggi come nuova condizione per entrare nello spazio Schengen e l’assenza di un’autorizzazione ETIAS valida comporterà il rifiuto d’ingresso.
Un altro argomento su cui si è conclusa una relazione votata in Libe ha riguardato l’attuazione della direttiva relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile. L’abuso sessuale dei minori online e offline è una tragedia di proporzioni crescenti che ha tra le sue vittime minori di tutte le età. Si tratta di un reato transfrontaliero che richiede una collaborazione transnazionale per essere contrastato. Le reti criminali di abuso sessuale dei minori online sono sofisticate e le nostre autorità di contrasto si trovano ad operare con legislazioni che non sempre sono adeguate. Sono stati chiariti alcune disposizioni della direttiva che riguaradano indagini e azione penale, prevenzione, assistenza e protezione delle vittime, blocco e rimozione del materiale pedopornografico online.
In materia di Privacy la Commissione ha relazionato sul livello di protezione dei dati personali trasferiti dall’Unione europea a organizzazioni degli USA secondo i principi e i requisiti alla base dell’ accordo UE-USA (“scudo per la Privacy”) stabiliti dalla Corte europea di giustizia nella sua decisione in merito alla causa Schrems, che ha dichiarato incostituzionale il precedente regime “Approdo sicuro” (Safe Harbour). L’accordo UE-USA sembra aver migliorato la protezione dei dati personali trasferiti verso gli Stati Uniti con obblighi più rigorosi per le imprese certificate, limitazioni relative al periodo di conservazione dei dati personali da parte di un’impresa, possibilità per i cittadini dell’UE di ottenere un risarcimento, ma rimane ben superiore la tutela standard europea rispetto a quella statunitense per quanto riguarda il sistema dei rimedi efficaci previsto per chi vuole difendere i propri diritti legati alla privacy.
Infine è stato discusso il tema sugli ordini di protezione che hanno lo scopo di proteggere una persona da un atto che può metterne in pericolo la vita, l’integrità fisica o psicologica, la dignità, la libertà personale o l’integrità sessuale. L’obiettivo è quello di evitare i contatti tra l’autore effettivo o potenziale del reato e la vittima o la persona a rischio di essere aggredita. Tutti gli Stati membri prevedono una qualche forma di ordine di protezione in materia penale o civile. Tuttavia, nonostante l’apparente analogia nel modo in cui tali provvedimenti sono emanati, negli Stati membri vi è un’ampia varietà di misure e, inoltre, le modalità in cui esse sono applicate presentano marcate differenze. Verranno quindi avanzate delle proposte per meglio armonizzare le diverse discipline riguardanti gli ordini di protezione.
novembre 2017
COMMISSIONE JURI
I meeting di novembre della JURI, dal 20 al 22 novembre, sono stati ricchi di appuntamenti molto interessanti.
Innanzitutto la Commissione ha esaminato la proposta di raccomandazione sul Trattato di Marrakesh che mira a facilitare l’accesso alle opere protette dal diritto d’autore nei confronti dei non vedenti e degli ipovedenti. Subito dopo abbiamo discusso degli emendamenti di compromesso sulla proposta di regolamento del Consiglio concernente la competenza, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, e la sottrazione internazionale di minori. Il regolamento Bruxelles II bis è la pietra angolare della cooperazione giudiziaria nelle questioni familiari nell’Unione europea. Stabilisce norme uniformi sulla competenza in materia di divorzio, separazione personale e annullamento del matrimonio, nonché in materia di controversie riguardanti la responsabilità genitoriale nei casi transfrontalieri. Facilita la libera circolazione nell’Unione delle decisioni, degli atti pubblici e degli accordi fissando disposizioni relative al loro riconoscimento e alla loro esecuzione negli altri Stati membri. Dieci anni dopo l’entrata in applicazione del regolamento, la Commissione europea ne ha valutato il funzionamento nella pratica e esaminato le modifiche necessarie nella relazione sulla sua applicazione adottata nell’aprile 20143 nell’ambito del programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (REFIT). In tale contesto è stata presentata una proposta di rifusione con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente lo spazio europeo di giustizia e diritti fondamentali basato sulla fiducia reciproca, eliminando gli ostacoli residui alla libera circolazione delle decisioni giudiziarie conformemente al principio del reciproco riconoscimento, e di proteggere meglio l’interesse superiore del minore semplificando le procedure e rendendole più efficaci.
Nel corso della riunione abbiamo anche preso in esame due proposte di parere relative alle proposte di regolamento e di direttiva sulla carta elettronica europea dei servizi. La carta elettronica europea dei servizi ha lo scopo di ridurre la complessità delle procedure amministrative per i prestatori di servizi che intendono espandere la propria attività in altri Stati membri, garantendo al tempo stesso che gli Stati membri possano applicare legittimamente una regolamentazione. Tale carta, secondo la proposta della Commissione europea, sarebbe offerta ai prestatori di servizi su base volontaria come alternativa per dimostrare la conformità alle norme nazionali applicabili. Essa consentirebbe ai prestatori di servizi di usare una procedura interamente elettronica a livello di UE per espletare le formalità per espandersi all’estero, offrendo loro una maggiore certezza del diritto e riducendo in modo significativo la complessità amministrativa. Con questa carta elettronica i prestatori di servizi potranno evitare ostacoli amministrativi quali l’incertezza riguardo a quali requisiti si applicano, la compilazione di moduli diversi in lingue straniere, le traduzioni, la certificazione o l’autenticazione di documenti e l’espletamento di procedure non elettroniche. Pare infine che i risparmi sui costi relativi alle formalità contemplate dalla carta elettronica sarebbero notevoli rispetto alla situazione attuale: fino al 50% o anche di più. La prima sessione dei lavori della JURI si è quindi conclusa con la trattazione di alcuni casi di immunità parlamentare.
La riunione del 21 novembre si è aperta, in seduta congiunta con la commissione Mercato Interno e Protezione dei Consumatori (IMCO), con il voto per l’adozione della proposta di direttiva relativa a determinati aspetti dei contratti di fornitura di contenuto digitale contestualmente al voto per affidare il mandato per i negoziati interistituzionali con Commissione e Consiglio. La proposta di direttiva stabilisce le modalità di fornitura di contenuti e servizi digitali in cambio di soldi o di dati personali. Si tratta in pratica dell’accesso o dell’acquisto da parte dei consumatori di programmi informatici, applicazioni, giochi, musica, video o testi, indipendentemente dal fatto che l’accesso a tali dati avvenga tramite download, streaming, supporto materiale o tramite qualsiasi altro mezzo. Le tutele riguardano anche servizi di cloud, file hosting, social media, piattaforme di condivisione video e audio come Youtube, servizi di messaggistica istantanea come Telegram e WhatsApp. A ben vedere si tratta di un file molto importante per il M5S perché, in linea di principio, potrebbe aiutare a garantire tutele più ampie ai consumatori nell’ambiente online, quando si acquistano musica, film, e-book o quando si accede a servizi di cloud computing e social network. Non solo, le garanzie opererebbero sia nell’ipotesi in cui i consumatori acquistino un contenuto digitale, come ad esempio un film in DVD, sia quando tale contenuto viene scaricato da Internet. Purtroppo va detto che il testo uscito dalle commissioni contiene un paio di punti critici non marginali: la fornitura di contenuti digitali in cambio dei dati personali (troppo sbilanciata in favore delle compagnie che con i dati dei consumatori potranno fare ciò che vogliono) e l’inversione dell’onere della prova (troppo esigente nei confronti di PMI e Start-Up). Per queste ragioni abbiamo deciso di astenerci.
Subito dopo, la sola Commissione JURI ha approvato le quattro proposte di relazione, di cui si era discusso nel mese di ottobre, sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza taluni Stati membri, nell’interesse dell’Unione europea, ad accettare l’adesione di alcuni Stati membri, alla convenzione dell’Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori. Sono state altresì approvate la relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio concernente la competenza, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, e la sottrazione internazionale di minori, e la relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio che stabilisce norme relative all’esercizio del diritto d’autore e dei diritti connessi applicabili a talune trasmissioni online degli organismi di diffusione radiotelevisiva e ritrasmissioni di programmi televisivi e radiofonici (c.d. regolamento SAT-CAB). Con particolare riferimento a questo ultimo voto vale la pena segnalare che la maggioranza ha stravolto la relazione dell’on. Tiemo Wölken (S&D), che mirava ad ottenere una maggiore apertura del mercato digitale dei prodotti audiovisivi, introducendo il principio del paese di origine al fine di superare le barriere ancora esistenti tra gli Stati membri, in virtù del principio di territorialità, che non consentono, per es., ad un utente che ha acquistato un prodotto audiovisivo digitale in Italia di poterne usufruire in Francia o in qualunque altro Stato membro e viceversa. L’assoluto stravolgimento del rapporto, in mancanza di adeguate valutazioni di impatto sulla praticabilità e sulle conseguenze della proposta che ne è venuta fuori, ci ha indotto a votare contro. Infine la JURI ha adottato il parere relativo al riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca.
Dopo questa lunga sessione di voti, la riunione è proseguita con l’esame del progetto di parere sulla proposta di direttiva relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio. Si tratta di una proposta che, secondo la Commissione europea, risponde alla necessità di adottare un approccio di più ampio respiro in materia di equilibrio tra attività professionale e vita privata, tenendo conto dell’evoluzione della società nel corso degli ultimi anni. La proposta mira a porre rimedio alla sottorappresentanza delle donne sul mercato del lavoro e a sostenere la loro carriera grazie a migliori condizioni per conciliare impegni di lavoro e responsabilità familiari. A tale scopo stabilisce criteri minimi per conseguire la necessaria parità tra uomini e donne in termini di opportunità occupazionali e trattamento sul lavoro. La proposta promuove altresì la non discriminazione e la parità di genere mediante l’adeguamento e l’ammodernamento del quadro giuridico dell’UE. Vale la pena rilevare che la proposta non tiene conto della situazione dei genitori con figli a carico affetti da una disabilità o da una malattia grave, o dei casi di adozioni o parti multipli. Per tali situazioni, ha sottolineato la relatrice Joelle Bergeron (EFDD), la durata del congedo parentale dovrebbe essere raddoppiata.
A seguire è stato esaminato il parere destinato alla commissione per il controllo dei bilanci sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2014, sezione IV – Corte di giustizia. La procedura del “discarico del bilancio” è la decisione con la quale il Parlamento europeo conclude il “ciclo del bilancio”, decidendo se concederlo o meno per la sua esecuzione, sulla base della relazione annuale della Corte dei Conti e delle esortazioni del Consiglio. L’obiettivo è quello di verificare se i soldi sono spesi in maniera corretta, determinando entrate e spese dell’anno di riferimento. Il discarico rappresenta l’aspetto politico del controllo di bilancio. In caso positivo, il Parlamento “dispensa” dalle responsabilità di gestione l’Istituzione oggetto del controllo, concludendo cosí il ciclo. Generalmente, il discarico è concesso dall’Europarlamento. L’ultima rifiuto è accaduto nel dicembre 1998, evento che ha scatenato la crisi e poi le dimissioni della Commissione Santer nel marzo 1999.
L’on. Lidia Geringer de Oedenberg (S&D) ha poi presentato il resoconto della missione della commissione giuridica nella Silicon Valley, USA, svoltasi dal 30 ottobre al 2 novembre 2017, alla quale non ho partecipato.
Nel corso della riunione vi è stato anche uno scambio di opinioni sul seguito dato dalla Commissione europea alla risoluzione del Parlamento europeo recante “Norme di diritto civile sulla robotica”.
La sessione mattutina della JURI si è conclusa con l’esame, in camera di consiglio, ovvero a porte chiuse, della richiesta di revoca dell’immunità parlamentare dell’on. Eleonora Forenza (GUE).
La sessione pomeridiana si è aperta con l’interessante presentazione dello studio dell’International Bar Association (Associazione internazionale forense) sulle donne che svolgono la professione di avvocato d’affari e dello studio commissionato dal dipartimento tematico C sulla mappatura della rappresentanza delle donne e degli uomini nelle professioni forensi nell’UE. Subito dopo si è svolto un workshop dal titolo “Pianificare le successioni transfrontaliere: un compito facile o impegnativo?”, nel corso del quale alcuni esperti nell’ambito delle professioni legali hanno illustrato un primo stato dell’arte sull’implementazione del regolamento n. 650/2012 sulle successioni transfrontaliere.
Infine la JURI ha svolto un’audizione di esperti in materia di responsabilità sociale d’impresa. L’hearing ci ha dato la possibilità di ottenere un aggiornamento sui più recenti sviluppi in materia.
Il 22 novembre, invece, ci siamo recati in missione a Lussemburgo presso la Corte di Giustizia. Lì abbiamo avuto un interessante e proficuo scambio di vedute con i giudici della Corte e del Tribunale di Prima Istanza dell’Unione europea sui casi di maggiore attualità affrontati dai Giudici, sulla recente riforma della Corte di Giustizia e sul funzionamento dell’istituzione che ha il compito di garantire l’osservanza del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea. Nel pomeriggio i membri della JURI si sono trasferiti presso la sede lussemburghese del Parlamento europeo dove si è svolta un seminario sull’opportunità di proporre un regolamento in materia di diritto amministrativo europeo dal titolo: “A regulation for an open, efficient and indipendent European Union administration”.
Territorio
Novembre 2017
Il mese di novembre è iniziato con il rush finale per la campagna elettorale a sostegno dei nostri candidati alle elezioni regionali siciliane 2017.
Dopo una lunga e difficile battaglia risultati elettorali ci premiano come primo movimento politico siciliano.
Anche in questo mese diverse sono state le manifestazioni pubbliche sul tema dell’immigrazione, nello specifico ho partecipato ad alcuni incontri tenutisi ad Altamura ed a Perugia in cui, insieme ad altri portavoce, cittadini ed attivisti abbiamo approfondito i problemi legati a tale tematica presentando alcune possibili soluzioni.
Successivamente ho partecipato, via Skype, ad alcuni dibattiti pubblici tenutisi a Celico ed a Cosenza, rispettivamente su tematiche ambientali e di integrazione europea.
Con alcune interrogazioni alla Commissione Europea abbiamo poi portato a conoscenza delle istituzioni comunitarie tutte le criticità legate all’abuso dei tirocini per opera del Ministero della Giustizia italiano e della Regione Calabria. Altresì, una specifica interrogazione è stata rivolta alla Commissione europea per denunciare le lungaggini e le inefficienze collegate all’iter delle procedure di gara in Regione Calabria.
Costante è l’impegno sul fronte dei finanziamenti comunitari: sia attraverso il monitoraggio della gestione dei fondi indiretti destinati alla Calabria, sia attraverso una corretta e puntuale informazione sui fondi diretti.
Anche in questo mese non sono mancati gli incontri con attivisti, cittadini e con i membri della delegazione italiana del M5S.
Continuate a contattarmi per le vostre segnalazioni.
Un abbraccio,
Laura