COMMISSIONE LIBE
Il 2018 è iniziato con uno degli argomenti che maggiormente impegnano i lavori della Commissione Libe, ovvero la riforma del sistema europeo comune di asilo. Tutti sono concordi sulla necessità di tale riforma affinchè sia invertita la tendenza fallimentare nella gestione dei flussi migratori in Europa, accordando rapidamente protezione internazionale a chi ne è bisognoso e rimpatriando, nel rispetto dei diritti fondamentali, chi non lo è. E’ di cruciale importanza rendere le procedure di asilo rapide, efficienti e rispettose dei diritti umani. Come già spiegato nelle occasioni in cui è stato affrontato questo tema, le procedure di asilo possono durare alcuni mesi in certi Stati membri e alcuni anni in altri. Uno degli obiettivi dell’Unione è eliminare gli incentivi all’asylum shopping (ossia la scelta del paese più conveniente in cui presentare domanda di asilo), ridurre i fattori di attrazione verso il suo territorio e i movimenti secondari. Per meglio governare i flussi migratori bisogna dare piena attuazione al principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario (per quanto riguarda le politiche relative alle verifiche di frontiera, all’asilo e l’immigrazione). Nel contempo bisogna rafforzare la cooperazione con i paesi di origine e di transito. Su questi temi, ed in particolare sull’Agenda europea sulla migrazione, vie legali di accesso e integrazione, si è svolta una riunione interparlamentare di Commissione che ha visto la partecipazione e il confronto di deputati dei parlamenti nazionali di diversi Stati membri. Entro maggio 2018 dovrebbe essere raggiunto un accordo politico fra il Parlamento europeo e il Consiglio sul quadro dell’Unione per il reinsediamento. Il reinsediamento di cittadini di paesi terzi è una delle vie che possono essere offerte alle persone sfollate bisognose di protezione internazionale per consentire loro di entrare negli Stati membri in modo legale e sicuro, ricevere protezione finché ne hanno bisogno arginando il ricorso a percorsi irregolari e impedendo alle reti dei trafficanti di trarne vantaggio.
Per quanto riguarda i dati personali, la Commissione ha discusso l’approvazione dell’accordo tra Canada e Unione europea sul trasferimento e sull’uso dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) per prevenire e combattere il terrorismo e altri reati gravi di natura transnazionale. L’accordo, almeno sulla carta, rispetta i diritti fondamentali e osserva i principi riconosciuti in particolare dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, segnatamente il diritto al rispetto della vita privata e della vita familiare di cui all’articolo 7, il diritto alla protezione dei dati di carattere personale di cui all’articolo 8 e il diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale di cui all’articolo 47. È opportuno che l’accordo sia applicato in conformità a tali diritti e principi. Inoltre è stata illustrata la relazione sul primo riesame annuale del funzionamento dello scudo UE-USA per la privacy (lo “scudo per la privacy” garantisce un livello di protezione adeguato dei dati personali trasferiti dall’Unione europea a organizzazioni degli USA). Dal riesame annuale è emerso che le autorità statunitensi hanno predisposto le strutture e le procedure necessarie a garantire il corretto funzionamento dello scudo. Allo stesso tempo, si ritiene che l’attuazione pratica possa essere ulteriormente migliorata e sono state redatte alcune raccomandazioni.
Sul fronte della lotta alla criminalità organizzata è stato votato il rapporto che riguarda il regolamento sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca. E’ stata migliorata la rapidità e l’efficacia delle procedure di riconoscimento dei provvedimenti di congelamento e confisca dei beni e dei proventi di reato attraverso procedure semplificate di trasmissione delle decisioni, il potenziamento del ruolo delle autorità nazionali centrali, nonché termini più brevi affinchè le autorità comunichino tra loro, decidano di eseguire o meno i provvedimenti trasmessi dagli Stati di emissione e informino tempestivamente circa le loro decisioni e l’esecuzione delle stesse. Il relatore per parere intende consolidare tali disposizioni. Rilevanza è stata data alla gestione ottimale, a livello europeo e di Stati membri, dei beni congelati e confiscati e il loro riutilizzo sociale, per risarcire le vittime, le loro famiglie e le imprese cadute nelle mani della criminalità organizzata o per lottare contro il crimine organizzato.
Sono state votate diverse relazioni per il discarico riguardante il bilancio dell’UE, esercizio 2016.
Il Parlamento esercita un controllo democratico per garantire che la Commissione e le altre istituzioni gestiscano correttamente i fondi europei, pertanto decide se concedere il discarico, vale a dire l’approvazione definitiva dell’esecuzione del bilancio per un determinato esercizio finanziario
Sono continuati i lavori sull’ istituzione di un sistema centralizzato per individuare gli Stati membri in possesso di informazioni sulle condanne pronunciate a carico di cittadini di paesi terzi e apolidi (TCN) e integrare e sostenere il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (sistema ECRIS-TCN).
Per quanto riguarda il rapporto sul pluralismo e la libertà dei media nell’Unione europea, al fine di fare il punto sull’indipendenza dei media e sul ruolo sociale di organo di controllo pubblico, particolarmente dibattuto è l’aspetto delle tecnologie digitali e il modo in cui hanno ampliato la democrazia partecipativa e i rischi di disinformazione insito nella diffusione virale dei contenuti Internet, nelle difficoltà di contestarli e di correggerli in tempo nonché nel potere di censura che potrebbe essere esercitato dalle piattaforme di social media e dai giganti della tecnologia. Nonostante vi sia la consapevolezza che le informazioni ingannevoli possano provocare gravi danni le limitazioni alle “fake news” non sono la soluzione. Poichè è possibile indagare sulla manipolazione del materiale digitale, se c’è la volontà di farlo, consentire che siano dei funzionari pubblici a decidere che cosa costituisca la verità equivale ad accettare che le forze al potere dispongano del diritto di mettere a tacere le voci critiche.
E’ stata illustrata la relazione della missione a Malta dei membri della Commissione di inchiesta PANA, istituita con il compito di indagare su presunte violazioni e casi di cattiva amministrazione nell’applicazione del diritto dell’Unione in relazione al riciclaggio di denaro, all’elusione e all’evasione fiscale. E’ stato esaminato il sistema fiscale di Malta e redatte una serie di raccomandazioni per ottenere dei progressi in termini di trasparenza e intensificare gli sforzi nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Keith Schembri, dell’ufficio del Primo Ministro, ha rifiutato di incontrare la delegazione, mettendo in discussione il mandato della commissione PANA in una dichiarazione scritta. Sono continuati i lavori sul report inerente alla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione europea nel 2016, di cui sono relatrice ombra, e che ha come assi portanti lo Stato di diritto, migrazione e integrazione, temi che più di altri hanno segnato il 2015 e il 2016. Inoltre, sono strettamente interconnessi sia per quanto riguarda la necessità di affrontare la problematica delle migrazioni partendo da uno Stato di diritto efficace, sia per consolidare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni nazionali ed europee.
Per quanto riguarda i pareri espressi dalla Libe sui report assegnati nel merito ad altre commissioni, si distingue quello sulla strategia europea per i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi. La diffusione di questi veicoli contribuirà in modo significativo al miglioramento della sicurezza stradale, all’incremento dell’efficienza del trasporto stradale e alla salvaguardia della competitività dell’industria dell’UE ma considerando che l’attuazione di tali sistemi sarà basata su tecnologie di geolocalizzazione, delicata è la questione che riguarda la salvaguardia dei dati personali. Altri pareri hanno riguardato la relazione annuale 2016 sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea (lotta contro la frode) e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’ENISA, l’agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza e relativo alla certificazione della cibersicurezza per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (“regolamento sulla cibersicurezza”).
COMMISSIONE JURI
La prima riunione del 2018 della commissione giuridica si è aperta con i voti, tra cui quello per il parere sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a determinati aspetti dei contratti di vendita online e di altri tipi di vendita a distanza di beni.
Dopo i voti la commissione si è riunita in seduta congiunta con la commissione Affari Costituzionali per esaminare la proposta di relazione sull’interpretazione e applicazione dell’accordo interistituzionale “Legiferare meglio”. Si tratta di un accordo fra le tre istituzioni UE (Consiglio, Commissione e Parlamento europeo) inteso a migliorare il modo in cui l’UE legifera, al fine di garantire che la legislazione dell’UE dia un servizio migliore ai cittadini e alle imprese e che le leggi e le politiche dell’Unione siano efficaci nel raggiungere i loro obiettivi, con un minimo di oneri amministrativi.
Successivamente sono stati esaminati gli emendamenti alla relazione annuale per il 2015-2016 sulla sussidiarietà e la proporzionalità. La relazione mira ad analizzare l’applicazione di tali principi da parte delle istituzioni europee e dei loro partner al fine di rispondere quanto più possibile alle aspettative dei cittadini e delle loro istituzioni nazionali. La sussidiarietà e la proporzionalità sono principi fondamentali sui quali poggia l’efficacia dell’azione dell’Unione. Questi principi sono sanciti all’articolo 5 del trattato sull’Unione europea. Il principio di sussidiarietà è una regola di ripartizione delle competenze tra l’Unione e i suoi Stati membri. In base a tale principio, al di fuori dei settori di competenza esclusiva, l’Unione europea può intervenire solo se è in grado di agire in modo più efficace rispetto ai paesi dell’UE ai loro rispettivi livelli nazionali o locali. Il principio di proporzionalità stabilisce che gli strumenti istituiti dall’UE per conseguire gli obiettivi fissati dai trattati devono limitarsi a quanto necessario. I principi di sussidiarietà e proporzionalità assicurano un processo legislativo europeo efficace nel rispetto delle sovranità nazionali.
Dopo vi è stato uno scambio di vedute con i rappresentanti della Commissione europea sulla relazione di iniziativa dell’on. Guteland sul quadro di valutazione UE della giustizia 2017: si tratta di un esame dello stato di applicazione delle leggi da parte degli organi giurisdizionali all’interno dell’Unione europea. I tribunali nazionali, infatti, sono anche tribunali dell’Unione. I procedimenti pendenti dinanzi a essi devono pertanto garantire l’equità, la giustizia e l’efficienza, nonché un’effettiva applicazione del diritto dell’Unione.
La JURI ha anche esaminato le consuete questioni di routine, ovvero alcune dispute processuali che coinvolgono il Parlamento europeo nonché alcuni casi relativi alla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare di deputati europei.
Sono stati poi esaminati gli emendamenti alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce una carta elettronica europea dei servizi e le relative strutture amministrative, di cui ho già parlato nel mio report di novembre 2017, al quale rinvio.
I relatori Evelyne Gebhardt ed Axel Voss hanno poi riferito sui progressi dei negoziati interistituzionali sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a determinati aspetti dei contratti di fornitura di contenuto digitale.
Nel corso della riunione è stata esaminato il progetto di parere sul pluralismo e la libertà dei media nell’Unione europea. Il meeting, infine, si è concluso con lo scrutinio degli atti delegati e di implementazione.
Territorio
Il 2018 è iniziato con la programmazione annuale delle attività territoriali.
I primi mesi dell’anno saranno caratterizzati dall’impegno per l’imminente campagna elettorale per le prossime elezioni politiche del mese di marzo.
Come coordinatrice regionale della campagna elettorale, molteplici sono stati gli incontri avuti nel mese di gennaio, a partire da giorno 5 in cui, presso il Grand Hotel Lamezia, ci siamo incontrati in un clima di grande entusiasmo insieme ad attivisti, portavoce e simpatizzanti al fine di delineare e definire al meglio l’organizzazione della prossima campagna elettorale.
Successivamente allo svolgimento delle parlamentarie, poi, a fine mese abbiamo completato questa prima fase di preparazione all’elezione con il deposito, presso la Corte d’Appello di Catanzaro, delle liste elettorali dei candidati calabresi del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica
Un’intensa e impegnativa attività non solo burocratica ma anche di approfondimento e confronto, portata avanti con grande energia e grazie al supporto tutto il mondo 5 stelle calabrese, ci ha permesso di delineare così la lista completa dei futuri portavoce calabrese del MoVimento 5 Stelle.
Nonostante la campagna elettorale, continuano senza sosta le consulenze e la divulgazione di informazioni sui fondi europei diretti ed indiretti attraverso il nostro Sportello Punto Europa sito in Cosenza: lo scopo è quello di fornire a tutti gli interessati gli strumenti e le notizie utili a rendere concreta un’idea progettuale tramite i finanziamenti europei.
Infine, anche in questo mese non sono mancati gli incontri con attivisti, associazioni e organismi locali che hanno segnalato problemi legati al territorio ed allo svolgimento delle loro attività.
Continuate a contattarmi per le vostre segnalazioni e per essere sempre aggiornati sulle nostre attività.
Un abbraccio,
Laura