REPORT ATTIVITA’ PARLAMENTARE – APRILE 2017

COMMISSIONE LIBE: mentre continuano i lavori di commissione sulla riforma della legislazione riguardante il sistema europeo comune di asilo (CEAS), in Italia si susseguono gli sbarchi dei migranti e si inasprisce il dibattito sul ruolo di alcune ONG. Abbiamo presentato una interrogazione per avere maggiori informazioni sul rispetto delle regole nell’ambito delle operazioni SAR e sulle fonti dei loro finanziamenti, per sapere se le azioni delle ONG, anche indirettamente, favoriscono il business dei trafficanti di esseri umani. Inoltre abbiamo richiesto un’audizione in LIBE dei principali attori coinvolti nelle operazioni di ricerca e soccorso: Guardia Costiera italiana, Agenzia Frontex e ONG. Che queste ultime abbiano sostituito quanto avrebbe dovuto fare l’Unione europea è un fatto noto da tempo. Ciò avrebbe dovuto indurre gli Stati membri dell’UE a riflettere e ad intraprendere politiche e normative europee efficaci ed efficienti. Se chi fugge da guerre e persecuzioni e ha realmente diritto a forme di protezione internazionale avesse la possibilità di arrivare in Europa legalmente e in modo sicuro, non ci ritroveremmo più a discutere della bontà di determinate ONG, di determinate cooperative, dei CIE, dei CAS, di sicurezza, di come rimpatriare chi non ha diritto alla protezione internazionale. Da mesi i flussi non diminuiscono, anzi, aumentano come i morti in mare, segno evidente di come le politiche europee non funzionino e di come non si abbia nulla da perdere, se si affida la propria vita nelle mani dei trafficanti e degli scafisti. Più volte abbiamo invocato intransigenza verso chi finanzia le guerre vendendo armi, intransigenza verso chi sfrutta le materie prime, le terre e la manodopera a basso costo, intransigenza verso chi lucra sulla pelle delle persone, intransigenza verso le nuove forme di schiavitù (L’ITALIA SI CONFERMA TRA I PRIMI PAESI ESPORTATORI DI ARMI). Ci stiamo opponendo fermamente ad una riforma-truffa del regolamento di Dublino che continua a lasciare l’Italia sola ad affrontare i flussi migratori. Le proposte e gli emendamenti del M5S vanno nella direzione di eliminare il criterio della responsabilità che ricade unicamente sul Paese di primo ingresso per quanto riguarda la gestione dell’enorme flusso di migranti che attraversa il Mediterraneo.

Sono stati esaminati gli emendamenti sulla proposta di regolamento che prevede “l’istituzione di “Eurodac” per il confronto delle impronte digitali per l’efficace applicazione del regolamento (UE) n. 604/2013 (regolamento di Dublino) , per l’identificazione di cittadini di paesi terzi o apolidi il cui soggiorno è irregolare e per le richieste di confronto con i dati Eurodac presentate dalle autorità di contrasto”. Questa proposta cerca di colmare le lacune nel CEAS vigente, in quanto le autorità nazionali degli Stati membri sovente in difficoltà nell’identificare i cittadini di paesi terzi in condizione di soggiorno irregolare che ricorrono a sotterfugi per evitare di essere identificati e per vanificare le procedure di rilascio di nuovi documenti in vista del loro rimpatrio e della loro riammissione. L’estensione dell’ambito di applicazione dell’Eurodac consentirebbe agli Stati membri di trasmettere e confrontare i dati relativi ai cittadini di paesi terzi o agli apolidi in soggiorno irregolare che non chiedono asilo e che potrebbero spostarsi all’interno dell’Unione europea senza essere rintracciati. In tal modo, il sistema Eurodac non si limiterà a perseguire l’obiettivo di aiutare a determinare quale Stato membro sia competente ai sensi del regolamento Dublino, ma diverrà anche un sistema con finalità più ampie nel settore dell’immigrazione, comprendente misure di allontanamento e rimpatrio. Sul piano dei rimpatri si è svolto un dibattito in LIBE sulla raccomandazione per rendere i rimpatri più efficaci nell’attuazione della direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. Con circa 2,6 milioni di domande di asilo nel solo periodo 2015/2016, e considerando che il tasso di riconoscimento in prima istanza è stato pari al 57% nei primi tre trimestri del 2016, gli Stati membri potrebbero dover rimpatriare più di 1 milione di persone non appena le richieste di asilo saranno state trattate. Al tempo stesso, i tassi di rimpatrio a livello dell’Unione europea rimangono bassi e raggiunge appena il 27% per la gran parte dei paesi extra-europei. Continuano i lavori sull’ istituzione di un elenco comune dell’UE di paesi di origine sicuri ai fini delle procedure comuni per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale. Tale proposta di regolamento dovrebbe contribuire al rapido trattamento delle domande di asilo delle persone provenienti da tali paesi e alla riduzione delle divergenze tra gli elenchi nazionali esistenti. È importante sottolineare che l’inclusione di un paese nell’elenco non costituisce una garanzia assoluta di sicurezza per i cittadini di tale paese e pertanto non elimina la necessità di esaminare adeguatamente le singole domande di protezione internazionale. Del pacchetto di proposte di riforma del CEAS, ulteriori attività haano riguardato sua la proposta di direttiva sulle condizioni di accoglienza, sia la proposta di regolamento “qualifiche”. E’ stata inoltre riferita la situazione politica della Libia a cura della Commissione europea e del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e dei rifugiati in questo paese, attraverso una relazione di Medici senza frontiere incentrata sui centri di permanenza in Libia. Ci sarebbero tra le 700mila e un milione di persone bloccate in Libia il cui destino dipende da un quadro socio-politico fragile e incerto, in cui il traffico di esseri umani prospera. C’è infatti un’ intera economia che ruota attorno a questi centri e alla rotta migratoria” del Mediteranneo. La situazione non migliorerà nel breve periodo.

Si sono svolti dei lavori congiunti tra la Commissione LIBE e la Commissione FEMM (per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere) che hanno trattato l’Adesione dell’UE alla convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La violenza nei confronti delle donne e la violenza di genere rappresentano un fenomeno diffuso nell’UE e sono necessarie ulteriori misure per incoraggiare le donne che sono state vittime di violenza a riferire le proprie esperienze e a chiedere assistenza, come pure per garantire che ricevano un sostegno adeguato in linea con le loro esigenze e che siano informate in merito ai loro diritti. Per quanto riguarda la lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia rilevante è l’attività riguardante la direttiva che stabilisce norme minime concernenti la definizione dei reati e le sanzioni nel settore dell’abuso sessuale e dello sfruttamento sessuale dei minori, della pedopornografia e dell’adescamento di minori per scopi sessuali (ridefinizione della nozione di pedopornografia, aumento delle sanzioni penali, criminalizzazione del possesso e dell’acquisizione di materiale online che mostra abusi sessuali su minori, introduzione del nuovo reato di adescamento di minori (“grooming”), disposizione relativa all’eliminazione e/o al blocco dei siti web contenenti materiale pedopornografico).

Sul fronte del rispetto della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche (ePrivacy) si è discusso invece su una proposta di regolamento concernente la protezione dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche e che abroga la direttiva 2002/58/CE (regolamento sulla ePrivacy). La direttiva aveva lo scopo di garantire la protezione della riservatezza delle comunicazioni, in linea con il diritto fondamentale al rispetto della vita privata e familiare, sancito dall’articolo 7 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. La proposta di regolamento sulla ePrivacy tiene conto degli importanti sviluppi tecnologici ed economici che hanno avuto luogo successivamente all’approvazione della direttiva ePrivacy, ed estende il campo di applicazione del regolamento al fine di inglobare le nuove forme di comunicazione elettronica e garantire lo stesso livello di protezione degli individui indipendentemente dal servizio di comunicazione utilizzato. La proposta aggiorna, inoltre, la normativa attualmente in vigore sulla direttiva ePrivacy (2002/58/CE), al fine di adeguarla al nuovo quadro legale dell’UE per la protezione dei dati stabilito dal regolamento generale sulla protezione dei dati (UE) 2016/679. La proposta tiene conto dell’esperienza maturata negli anni relativamente ai cookie e ad altri strumenti che consentono di tracciare la navigazione in Internet degli individui e che hanno un impatto notevole sulla vita privata e la riservatezza delle comunicazioni. Infine, la proposta fa il punto relativamente alla recente giurisprudenza della Corte di giustizia.

Per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, è stata illustrata dal direttore di Europol, la relazione 2017 sulla valutazione della minaccia rappresentate dalle forme gravi di criminalità (SOCTA) e sul nuovo ciclo programmatico dell’UE 2017-2021. In particolare sono state individuate le seguenti attività illecite da trattare con priorità: cybercrime, produzione, traffico e e spaccio di droga, traffico di essere umani, crimini finanziari e riciclaggio di denaro, frodi e commercio online di beni e servizi illeciti.

COMMISSIONE JURI: La riunione della commissione giuridica del 11-12 aprile 2017 si è aperta con  uno scambio di vedute sul report di iniziativa in materia di stampanti 3D. Si tratta di un tema di grande interesse, soprattutto per il M5S che ha sollecitato l’apertura del dossier. Le stampanti 3D sono una componente molto importante della terza rivoluzione industriale ed hanno grandi potenzialità nell’ottica della trasformazione dei fattori di produzione nel settore manifatturiero e dei servizi. Tra il 2007 ed il 2013 l’UE ha finanziato oltre 60 progetti di ricerca del valore complessivo di più di 160 milioni di euro. Il finanziamento di questo tipo di ricerca oggi continua sotto l’egida del programma Horizon 2020. D’altro canto, le stampanti 3D pongono delle questioni in materia di responsabilità civile e di diritti di proprietà intellettuale. Chi è responsabile se un prodotto realizzato con una stampante 3D danneggia qualcuno o è difettoso? Il designer? Il proprietario della stampante? Il costruttore della stampante. Quali saranno le ricadute sul design protetto dai diritti di proprietà intellettuale o sul sistema dei marchi d’impresa? Ci saranno conseguenze per il sistema dei brevetti e quali implicazioni vi sono per i diritti d’autore sul software. Relatrice del report è stata nominata la deputata dell’EFDD Joelle Bergeron.

A seguire si è tenuto l’hearing sul recepimento della direttiva sulla responsabilità in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, al quale hanno partecipato studiosi ed esperti del settore. Questi, in sintesi, quanto emerso dagli interventi: Il Prof. Lucas Bergkamp, dell’Università di  Leuven, ha parlato della’implementazione della ELD sottolineando i problemi principali collegati all’ambito di applicazione della direttiva, alla definizione di “danno rilevante” ed alle eccezioni permesse nei singoli Stati Membri; il Prof. Michael G. Faure, dell’Università di Maastricht, ha affrontato il problema della possibile creazione di un sistema obbligatorio di assicurazione e della creazione di un fondo per il danno ambientale non risarcibile. In particolare si è soffermato sul rapporto tra rischio e sostenibilità della garanzia, sull’art. 13 della direttiva, sul fatto che in alcuni Stati (8) vige un regime obbligatorio e sul caso emblematico “Kolontar” del 2010 in Ungheria; il rappresentante dell’ENI, Marco Piredda, ha detto che secondo lui la ELD non necessiterebbe di una revisione strutturale perché essenzialmente il mercato si è autoregolato e quindi la protezione dal danno ambientale fornita dal testo in vigore è sufficiente; per quanto riguarda i rappresentanti delle compagnie assicuratrici (FERMA), abbiamo ascoltato il vice-presidente Gilbert Canaméras, il quale ha esposto in che modo il mercato di garanzia finanziaria abbia reagito all’introduzione della ELD, consigliando di incentivare i vari strumenti di garanzia già emersi, magari ampliandoli, ma allo stesso tempo di fare attenzione all’introduzione di un obbligo di garanzia, che potrebbe al contrario portare ad un generale peggioramento della situazione; per ultimo è intervenuto Liam Cashman, rappresentante del DG Ambiente della Commissione, affermando che la ELD attualmente non viene sfruttata in tutta la sua potenzialità e che mancano molte informazioni e indicatori che potrebbero migliorare l’applicazione del testo attuale. In seguito ad alcune domande da parte dei membri di JURI, tra cui la mia e quella di Heidi Hautala dei Verdi, ha ammesso che potrebbe essere utile emendare alcune parti della direttiva.

La prima giornata di lavori si è poi conclusa a porte chiuse per trattare di alcune controversie in cui è coinvolto il Parlamento europeo, nonché alcuni casi di richiesta di revoca dell’immunità parlamentare inoltrati dalle autorità giudiziarie competenti.

La giornata successiva si è aperta con la discussione sugli emendamenti presentati al progetto di parere sulle piattaforme online e il mercato unico digitale e sul parere sul distacco dei lavoratori. A seguire il resoconto del presidente della commissione JURI sul gruppo di lavoro sull’accordo interistituzionale sul “Legiferare meglio” nonché un resoconto del relatore Max Andersson sul sui negoziati riguardanti la proposta legislativa che mira ad implementare all’interno dell’Unione  il trattato di Marrakech volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa. I lavori del mese di aprile si sono conclusi con un workshop sulla formazione dei giudici e dei professionisti del settore legale al fine di garantire la piena applicazione del diritto UE. Il workshop ha costituito una opportunità per discutere, con degli esperti, dell’attuale stato dell’arte in materia così come delle sfide e delle possibili soluzioni.

Territorio:

Il mese di Aprile è stato denso di iniziative ed attività sul territorio regionale.

Giorno 1 Aprile siamo stati a Crotone a parlare di cultura,recupero dei centri storici e fondi europei destinati a tale scopo.

Sempre centrale il tema dell’immigrazione: lo abbiamo approfondito con cittadini ed attivisti di Rende e di Cosenza nel corso di una manifestazione svoltasi a Rende nella serata del 7 aprile.

Dopodichè, giorno 8 Aprile, ci siamo spostati a Catanzaro dove abbiamo continuato il nuovo ciclo di giornate informative sui fondi europei diretti: attraverso questi “Infoday” itineranti, con il supporto di professionisti ed esperti del settore, vogliamo garantire a tutti i cittadini di restare informati su tutte le opportunità, in termini di finanziamento, che provengono dall’Europa.

Procede la marcia di avvicinamento alle elezioni amministrative di giugno 2017, a tal fine, insieme ad altri portavoce calabresi e nazionali del MoVimento 5 Stelle, mi sono recata a Luzzi ed a Paola per fornire il mio sostegno alle liste pentastellate.

Tra gli eventi sul territorio segnalo ancora la partecipazione alla Sagra dell’Olio del 30 aprile, una manifestazione tenutasi a Santa Caterina Albanese sul tema della tutela dell’olio d’oliva calabrese. Durante l’evento ho ricordato i passaggi fondamentali della battaglia che, insieme agli altri colleghi del M5S, abbiamo portato avanti in Parlamento Europeo al fine di garantire la giusta tutela e riconoscimento all’olio extravergine d’oliva prodotto nelle regioni del Sud Italia: un lungo iter che ha portato, poi, la Commissione Europea ad approvare la domanda di registrazione nell’elenco delle indicazioni geografiche protette (Igp) dell'”Olio di Calabria”.

Infine, anche in questo mese non sono mancati gli incontri con attivisti, associazioni e organismi locali che hanno segnalato problemi legati al territorio ed allo svolgimento delle loro attività.

Continuate a contattarmi per le vostre segnalazioni e per essere sempre aggiornati sulle nostre attività.

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