6 febbraio 2017 ore 14:30 – 16:30
La riunione con le parti interessate belghe è stato il primo di una serie di incontri per discutere con le autorità e le associazioni non governative presenti negli Stati membri le attuali procedure di asilo e ascoltare le valutazioni sulla nuova proposta di regolamento che istituisce una procedura di asilo unica nell’UE.
In Belgio il sistema è centralizzato ed è gestito da Fedasilagenzia federale che assicura l’accoglienza e la fornitura di assistenza materiale ai richiedenti asilo e dall’ufficio degli stranieri responsabile per la registrazione e il trattamento delle domande di asilo, l’introduzione dei dati in Eurodac e per trattare i casi “Dublino”. Le decisioni nel merito sono prese da un’autorità indipendente, il Commissario generale per i rifugiati e gli apolidi che è anche l’autorità che determina la situazione di un paese terzo considerato sicuro. È sempre possibile presentare un ricorso contro una decisione negativa presso il Consiglio di Stato.
La valutazione dell’attuale procedura, entrata in vigore nel 2007, da parte delle agenzie interpellate è nel complesso positiva. In seguito all’emergenza dei rifugiati degli anni scorsi e per fare fronte all’elevato numero di richieste di asilo,il Belgio ha adottato una procedura in diverse fasi in cui il richiedente viene prima pre-registrato e poi formalmente riconosciuto come richiedente asilo. Per le persone vulnerabili, quali i minori non accompagnati, la registrazione avviene in un solo momento. La presenza di un avvocato o consigliere legale è già prevista in tutte le fasi della procedura.
Il Belgio dispone di 35.000 di prima accoglienza. Nel 2015 il tasso di riconoscimento delle domande di asilo é stato del 62% e ha riguardato principalmente siriani, iracheni e afghani. Tuttavia, secondo l’unica ONG rappresentata, questa articolazione della procedura in diverse fasi non è efficiente e rischia di lasciare il richiedente asilo in uno stato di limbo giuridico per un tempo indeterminato.
Per quanto riguarda il nuovo regolamento APR, le autorità belghe hanno espresso parere favorevole relativamente alla scelta dello strumento giuridico e pertanto in favore di un’armonizzazione completa. Tuttavia, hanno manifestato perplessità per quel che riguarda le autorità responsabili identificate all’art 5 e hanno sottolineato come sia importante che ogni autorità abbia un compito e delle responsabilità ben definiti.
Per quel che riguarda le diverse fasi della procedura, per le autorità non è un problema che sia articolata in tre fasi dal momento che è necessario del tempo tra la registrazione e la presentazione della domanda soprattutto in casi di forte afflusso. Le ONG invece chiedono che la fase della registrazione e della presentazione della domanda siano espletate nello stesso momento affinché al richiedente asilo vengano subito forniti i relativi documenti in cui si attesta chiaramente lo status giuridico della persona.
Riguardo ai tempi della procedura, le autorità belghe hanno espresso dubbi circa l’utilità di fissare termini stringenti. Una gestione efficiente delle domande è certo nell’interesse dell’amministrazione che non deve però essere costretta a rispettare termini stabiliti a priori anche per poter garantire un esame individuale delle domande di asilo.
Relativamente ai concetti di paese terzo sicuro, il Belgio utilizza una propria lista di paesi di origine sicuri in vigore dal 2011 e aggiornata annualmente, vuole mantenere la propria lista anche qualora i co-legislatori decidano di adottare una lista comune europea. Questo al fine di tenere conto delle specificità nazionali.
Le autorità belghe hanno inoltre espresso dubbi circa le sanzioni che si prevedono nei confronti dei richiedenti asilo per il mancato rispetto degli obblighi derivanti dal regolamento in particolare, il ritiro implicito della domanda e il ricorso alle procedure accelerate di carattere sanzionatorio.
Le ONG hanno sottolineato l’importanza di fornire tempestivamente ai richiedenti asilo informazioni corrette e precise sulla procedura nelle diverse lingue dei richiedenti asilo.
Per quanto riguarda i rimpatri, le autorità belghe hanno spiegato che l’eventualità di un rimpatrio è presentata al richiedente asilo dall’inizio della procedura e offrono un servizio di informazione e supporto per favorire i rimpatri volontari a disposizione sia dei richiedenti asilo che di coloro che si trovano sul territorio belga in condizioni di illegalità. Al momento, quando il richiedente ha esaurito le possibilità di ricorso, ha 30 giorni per lasciare il territorio. Per i rimpatri forzati vi sono centri d’accoglienza chiusi e dal 2009 centri per famiglie semi aperti.
Organizzazioni rappresentate
Nicolas Jacobs (Fedasil – Agence fédérale pour l’accueil des demandeurs d’asile) – http://fedasil.be/fr
Kristine Goossens (Commissariat Général aux Réfugiés et Apatrides – CGRA) – http://www.cgra.be/fr
Virginie Jacob (Office des Etrangers (SPF Intérieur)) – https://dofi.ibz.be/sites/dvzoe/FR/Apropos/Pages/Organisation.aspx
Stijn De Decker (Représentation Permanente de la Belgique auprès de l’UE) – http://europeanunion.diplomatie.belgium.be/fr/a-propos-de-nous/organigramme
Claudia Bonamini (Vluchtelingenwerk) – http://www.vluchtelingenwerk.be/medewerkers