COMMISSIONE LIBE: anche questo mese si è tenuto un incontro con la Commissione europea e i relatori ombra sul regolamento “procedure” di cui sono relatrice. Abbiamo completato l’esame degli ultimi articoli analizzando i concetti di paesi sicuri e i casi in cui la domanda di protezione internazionale, presentata da chi proviene da tali paesi, è respinta o dichiarata inammissibile secondo una procedura accelerata. Abbiamo vagliato inoltre la modalità con cui viene revocata la protezione internazionale e il diritto al ricorso di impugnazione in caso di domanda respinta. La regola generale è che al richiedente è permesso di rimanere nel territorio dello Stato Membro fino all’esito del ricorso ma sono previsti casi in cui il ricorso non sospende automaticamente gli effetti di una domanda respinta. Ho incontrato autorità e ONG di Olanda e Germania per conoscere come sono implementate le procedure di asilo in questi paesi e per raccogliere valutazioni e suggerimenti che aiuteranno a migliorare il regolamento europeo destinato a disciplinare questa delicata materia. Si è tenuta una riunione interparlamentare sulla riforma del sistema europeo comune di asilo (CEAS). In questa occasione i componenti della Libe si sono confrontati con i parlamentari nazionali di tutti gli Stati Membri. Pilastro del CEAS è il regolamento di Dublino, la cui proposta di riforma ruota ancora intorno al principio del primo paese di ingresso in EU per determinare lo Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale. La posizione dell’Italia è univoca nel valutare negativamente la proposta di riforma, in quanto non determina un’equa ripartizione delle responsabilità fra gli Stati membri, soprattutto nei momenti di crisi, e non frena i movimenti secondari dei cittadini di Paesi terzi fra gli Stati membri. E’ inoltre inaccettabile la previsione in base alla quale uno Stato membro può sottrarsi totalmente dall’obbligo di partecipare al meccanismo di redistribuzione previa corresponsione del contributo di 250 mila euro per richiedente asilo non preso in carico. Oggetto di discussione è stata anche la proposta di regolamento che istituisce l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (con mandato rafforzato e funzioni ampliate per affrontare le carenze strutturali che dovessero emergere nell’applicazione del sistema di asilo dell’UE), la proposta di regolamento che istituisce l’ “Eurodac” (una banca dati dell’Unione europea per le impronte digitali dei richiedenti asilo intesa a fornire elementi di prova relativi alle impronte digitali per agevolare l’applicazione del regolamento Dublino), la proposta di riforma della direttiva “accoglienza”, la proposta di regolamento “qualifiche” (diretto a determinare uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria), la proposta di regolamento che istituisce una procedura comune di protezione internazionale. E’ stata inoltre affrontata la questione relativa al rafforzamento dell’attuazione della direttiva sul rimpatrio e le problematiche inerenti ad identificare, registrare e sottoporre al rilevamento delle impronte digitali tutte le persone arrivate negli “hotspot”. Continua infine l’esame delle proposte legislative rientranti nel pacchetto “ frontiere intelligenti”: sono dirette a modernizzare la gestione delle frontiere esterne dello spazio Schengen, ad abbreviare i tempi delle verifiche di frontiera e migliorare la qualità delle verifiche per i cittadini di paesi terzi (implementazione di un sistema di individuazione sistematica e affidabile dei soggiornanti fuori-termine). Di attualità sono le misure per rafforzare la sicurezza interna e la lotta contro il terrorismo e le forme gravi di criminalità. Il terrorismo in Europa agisce frequentemente con modalità operative, comunicative e di finanziamento inedite. Esso rappresenta una minaccia interna che si manifesta attraverso attori singoli e gruppi che con facilità si muovono tra i confini degli Stati membri.
Pensare di poterlo sconfiggere con le sole politiche nazionali è illusorio. Nell’intento di dare una risposta europea ad un fenomeno transnazionale e a un pericolo imminente, si cerca di conciliare l’esigenza di rafforzare le misure di contrasto al terrorismo con la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali. Rilevante è anche la proposta di direttiva relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Affrontare le carenze che rischiano di indebolire l’azione antiriciclaggio e la lotta contro l’elusione e l’evasione fiscale in tutto il mondo non è semplice. Sono soprattutto le transazioni sospette che coinvolgono paesi terzi ad alto rischio a non essere monitorate in modo efficiente a causa della scarsa chiarezza e del mancato coordinamento degli obblighi in questo campo. Anche le operazioni sospette tramite valute virtuali non sono monitorate in modo sufficiente da parte delle autorità, che non sono in grado di collegare le operazioni alle persone identificate. Le unità di informazione finanziaria non dispongono di un accesso tempestivo alle informazioni detenute dai soggetti obbligati e non scambiano tali informazioni oppure non hanno accesso – o accedono in ritardo – alle informazioni sull’identità dei titolari di conti bancari e di conti di pagamento.
COMMISSIONE JURI: La riunione di febbraio della Commissione giuridica del Parlamento europeo è stata breve ma intensa. In apertura di seduta, la JURI ha esaminato il progetto di relazione sulla ratifica e l’adesione, da parte degli Stati membri a nome dell’Unione, relative al protocollo del 2010 della convenzione internazionale sulla responsabilità e sul risarcimento dei danni prodotti dal trasporto via mare di sostanze pericolose e nocive, fatta eccezione per gli aspetti relativi alla cooperazione giudiziaria in materia civile.
Il deputato francese Cavada, ha poi fatto un resoconto sullo stato dei lavori del dossier relativo alla portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online nel mercato interno. A seguito dell’approvazione, da parte della JURI, della proposta di regolamento in questione, infatti, sono stati avviati i negoziati interistituzionali con Consiglio e Commissione per raggiungere un possibile compromesso in prima lettura. Tale accordo, in linea di massima, è stato raggiunto nel corso del trilogo del 7 febbraio. In virtù dell’accordo raggiunto, i cittadini dell’UE potranno accedere ai contenuti acquistati in uno stato membro (musica, film, programmi tv), anche quando si trovano temporaneamente in un altro stato membro. Grazie all’accordo raggiunto potranno essere rimosse le restrizioni territoriali che impediscono la fruizione di servizi acquistati in uno stato membro allorquando ci si reca in un altro paese dell’UE.
La JURI ha altresì esaminato il progetto di relazione sulle norme minime comuni di procedura civile. Questa materia, a ben vedere, è strettamente collegata con il diritto fondamentale all’equo processo sancito dall’art. 47 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e dall’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. I trattati di Amsterdam e di Lisbona, d’altro canto, hanno confermato la competenza dell’UE in materia di procedura civile. L’adozione di regole minime comuni non sostituirà i sistemi processuali nazionali nella loro totalità, ma garantirà regole più efficaci e promuoverà la fiducia reciproca tra i sistemi degli stati membri.
Si è discusso inoltre del progetto di relazione sul controllo dell’applicazione del diritto dell’UE, degli emendamenti al rapporto di iniziativa sulla protezione degli adulti vulnerabili, dell’adesione dell’UE alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica e del report sulle domande di restituzione transfrontaliere delle opere d’arte saccheggiate durante conflitti armati e guerre.
Di particolare rilievo è stata la decisione della Commissione JURI di revocare l’immunità parlamentare di Marine Le Pen. Ritengo utile, per frormarsi un’opinione corretta sulla vicenda, riportare sinteticamente i fatti: il 16 dicembre 2015 Marine Le Pen pubblicava sul suo profilo twitter tre immagini che rappresentavano le esecuzioni di tre ostaggi del gruppo terroristico DAECH accompagnate dal commento “Ecco che cos’è DAECH”. Le tre fotografie presentavano un ostaggio americano decapitato, un pilota giordano bruciato vivo in una gabbia, e un soldato siriano schiacciato ancora in vita dai cingoli di un carro armato. La famiglia dell’ostaggio americano chiedeva la soppressione delle tre fotografie, ma Marine Le Pen decideva di sopprimere solo la foto dell’americano.
Il Procuratore della Repubblica di Nanterre, informata dei fatti e delle contestazioni dall’Ufficio centrale di lotta contro la criminalità legata alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (organo di polizia giudiziaria), dopo che Marine Le Pen, tramite il suo avvocato, si rifiutava di rispondere alla convocazione della Polizia di Parigi (e precisamente della Brigata di repressione della delinquenza contro le persone), avviava un’indagine preliminare per diffusione di immagini di carattere violento in grado di recare pregiudizio alla dignità umana – reato previsto e sanzionato dagli articoli 227-24, 227-29 e 227-31 del Codice penale francese. Non si tratterebbe, a ben vedere, di un presunto reato d’opinione.
Marine Le Pen, convocata per un interrogatorio di prima comparizione, faceva appello alla immunità in quanto parlamentare europea, trattandosi di atti che, a suo dire, mettevano in causa la sua libertà di espressione.
Conseguentemente le autorità francesi inoltravano al Parlamento europeo la richiesta di revoca dell’immunità nei confronti di Marine Le Pen per poter procedere all’interrogatorio sui fatti che le sono contestati.
La Commissione Giuridica ha esaminato questa richiesta, come sempre, sulla base di regole ben precise, che prevedono l’audizione del deputato interessato e che escludono radicalmente qualsiasi giudizio sul merito della vicenda penale. Marine Le Pen, tuttavia, ha deciso di non farsi audire personalmente, ma si è fatta rappresentare dal collega Jean-François Jalkh, conformemente all’articolo 9, paragrafo 5 del regolamento di procedura.
Le regole in materia di immunità prevedono che i membri del Parlamento non possono essere perseguiti o detenuti a motivo delle opinioni o dei voti espressi nell’esercizio delle loro funzioni. Nel caso di specie non è stato ravvisato alcun legame tra la fattispecie di reato contestata all’on. Marine Le Pen – che, come detto, non può essere considerato reato d’opinione – e la sua attività di Parlamentare Europeo.
Considerato inoltre che la tempistica con cui si è svolto il procedimento giudiziario contro Marine Le Pen rientra nei tempi tipici delle procedure concernenti la stampa e altri mezzi di comunicazione, per la JURI, non vi sono motivi di sospettare di un caso di fumus persecutionis, ovvero di una situazione in cui, da indizi o apparenze, emerga un intento persecutorio nei confronti di un soggetto.
Non sussistendo alcuno dei presupposti di legge per mantenere l’immunità, la commissione giuridica non poteva fare a meno di approvare, con 18 voti a favore e 3 contrari, la proposta di Laura Ferrara di revoca dell’immunità. Successivamente l’aula del Parlamento europeo ha confermato la decisione della commissione giuridica. Sarà, a questo punto, la giustizia francese a stabilire se il comportamento della Le Pen sia reato o no.
PLENARIA: l´attivitá prevalente della settimana di plenaria ha riguardato le votazioni dei rapporti parlamentari e gli interventi su diverse materie. Gli interventi principali hanno riguardato l´accordo economico e commerciale globale tra il Canada e l’Unione europea (CETA). Come M5S ci opponiamo ad un trattato che concede più potere alle multinazionali, calpesta la voce dei cittadini e fornisce prospettive negative ai diritti del lavoro, alla sicurezza alimentare, alla salute e all’ambiente. La rimozione degli ostacoli di natura normativa al commercio e agli investimenti tra Canada ed UE ha un impianto ambiguo che rappresenta diversi pericoli per gli standard di protezione di cui attualmente l’Europa gode. Senza essere previsto un sostanziale beneficio alla crescita economica, con il CETA si pongono le basi per la svendita dei servizi pubblici, l’espansione delle privatizzazioni, la deregolamentazione irreversibile che agevola, invece di vietarlo chiaramente, l’ingresso nel nostro mercato di alimenti geneticamente modificati e sostanze chimiche tossiche. Una corte arbitrale sovranazionale consentirà inoltre alle multinazionali di citare in giudizio gli Stati che interferiscono con i loro profitti. Altri interventi hanno affrontato i seguenti temi: la lotta al terrorismo (in generale la tutela della sicurezza non devono rappresentare il grimaldello per limitare o peggio ancora reprimere diritti fondamentali, ma devono essere sempre funzionali alla tutela dei diritti e delle libertà individuali), il rafforzamento delle verifiche nelle banche dati pertinenti alle frontiere esterne ( inerente alla modifica del codice frontiere Schengen finalizzata ad agevolare l’individuazione di chi rappresenta una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza interna dell’Unione europea), le norme di diritto civile sulla robotica (in merito alle interconnessioni, che si riflettono nella sfera etica, morale e della responsabilitá civile, tra l’intelligenza artificiale e l’intelligenza umana), gli aspetti transfrontalieri delle adozioni (nel rapporto che tratta la materia sono contenute valide raccomandazioni che privilegiano gli interessi del minore e il rispetto dei suoi diritti fondamentali e tenendo sempre conto delle circostanze specifiche di ciascun caso), l´adeguamento dell’attuale struttura istituzionale dell’Unione europea e miglioramento del funzionamento dell’Unione europea sfruttando le potenzialità del trattato di Lisbona (sebbene sia stati presentati rapporti dove ci sono dei passaggi condivisibili, come quelli sulla salvaguardia dei diritti fondamentali, sulla democrazia e sulla trasparenza, le proposte avanzate vorrebbero risolvere la crisi con quegli stessi strumenti che l’hanno causata. Non viene data una concreta attenzione al welfare, alla domanda di lavoro, ai cambiamenti climatici), liberalizzazione dei visti a favore della Georgia (la liberalizzazione dei visti per i cittadini georgiani si estenderebbe automaticamente anche ai cittadini di questi territori contesi, creando potenziali problemi dal punto di vista della sicurezza interna dell’UE).
Territorio: Il mese di Febbraio è stato denso di iniziative ed attività sul territorio regionale.
Sempre centrale il tema dell’immigrazione: abbiamo effettuato una serie di ispezioni in alcuni centri che ospitano i migranti per verificarne la congruità ed il rispetto delle regole, a tale scopo siamo stati in alcuni centri per migranti nel hinterland reggino ed a Camigliatello Silano. Sempre a febbraio siamo ripartiti con un nuovo ciclo di giornate informative sui fondi europei diretti: attraverso questi “Infoday” itineranti vogliamo garantire a tutti i cittadini la possibilità di partecipare e di restare informati su tutte le opportunità, in termini di finanziamento, che provengono dall’Europa.Tappa dell’Infoday di questo mese è stata la città di Reggio Calabria.
Focus del mese è stato l’incontro tenutosi a Lamezia Terme con tutti gli attivisti calabresi su una tematica fondamentale per il nostro territorio: il sistema depurativo.
In tale primo appuntamento abbiamo gettato le basi per la creazione di un laboratorio di idee e proposte attraverso cui provare a dare un contributo concreto alla risoluzione delle problematiche legate al sistema depurativo regionale.
Ricco di spunti e notizie interessanti è stato poi l’incontro con il Prefetto di Reggio Calabria incentrato principalmente sul tema dell’immigrazione.
Tra le attività sul territorio segnalo ancora la partecipazione ad un incontro tenutosi a Spezzano Sila con gli attivisti della PreSila per discutere ed approfondire le tematiche locali.
Successivamente sono stata a Bisignano dove ho incontrato gli attivisti dei meetup di Acri, Bisignano e Luzzi che con grande entusiasmo si stanno preparando alle prossime elezioni comunali.
Infine, anche in questo mese non sono mancati gli incontri con attivisti, associazioni e organismi locali che hanno segnalato problemi legati al territorio ed allo svolgimento delle loro attività.
Continuate a contattarmi per le vostre segnalazioni e per essere sempre aggiornati delle nostre attività.
Un abbraccio,
Laura